Sabato 18 mi sveglio e fuori nevischia. Quando sei sdraiato sul letto, puoi vagamente renderti conto che l'imbarcazione dondola. Normale. Il bagno è ovviamente minuscolo, il letto prende il 90% della camera quindi c'è posto per l'indispensabile. Perdo tempo, sperando che la giornata volga non dico al bello, ma almeno smetta di nevicare. Mi reco nell'imbarcazione principale, dove la reception confina con il banco del bar e dà sul ristorante interno, che fa anche da sala colazioni. Faccio colazione, prendo un po' di mappe, aspetto ancora qualche minuto, e quando smette di nevicare mi metto in marcia. Decido di sfidare la sorte, e farmela a piedi. Primo obiettivo, raggiungere Gamla Stan, poi un paio di musei, dare un'occhiata al centro e vedere di individuare la partenza dei traghetti panoramici e dei bus. L'abbigliamento è pesante, l'ombrello ce l'ho. Percorro il Soder Malarstrand fino al Centralbron, che sta subendo dei lavori, passo sotto e seguo l'indicazione per il centro, mi ritrovo sul Katarinavagen, svolto sullo Skeppsbron e le facciate mi fanno capire che siamo a Gamla Stan. Mi dirigo verso lo Strombron, e, con nessuna fretta, ammiro il Kungliga slottet, il massiccio Palazzo Reale. Svolto a destra in Södra Blasieholmshamnen, davanti al Grand Hotel individuo un chiosco dove posso comprare i biglietti per traghetti e bus, taglio per Nybroviken, mi immetto sulla Strandvagen. Questa, insieme ad altre, è un po' lo "struscio" di Stoccolma, e anche se è sabato mattina, e fa un freddo che a me fa cadere le orecchie, c'è già una buona concentrazione di coppie, famiglie, in giro. Arrivo fino al Djurgårdsbron, bel ponte storico che conduce a Djurgarden, l'isola/parco/giardino, ma anche l'isola dei musei di Stoccolma. Prima fermata, il Museo Vasa. Una struttura mastodontica, all'interno della quale fa bella mostra di sé la nave che dà il nome al museo, una nave che evidentemente era stata mal progettata, visto che navigò per neppure un chilometro, prima di affondare. Museo come dovrebbero essere i musei, e, purtroppo, di quelli che trovi solo all'estero, di quelli che ogni volta che ne visiti uno ti prende il magone pensando a tutto quello che potremmo (e dovremmo) fare in Italia, vista tutta la storia che abbiamo. Purtroppo, inizio a capire che non sto troppo bene, ma stringo i denti, termino la visita, interessante, esco che è quasi l'ora di pranzo, e mi butto dentro al Museo Nordico. Pranzo al ristorante dentro il museo, dignitosamente, e visito i vari piani, che naturalmente ricordano un po' il museo Nazionale Danese, purtroppo con pochi cenni alla civiltà vichinga. Mi accordo che fuori sta piovendo della grossa. Rallento il passo, e spero che smetta. La scelta mi premia: scendo al guardaroba, mi reco (per l'ennesima volta) al bagno, e quando esco, non piove più. Torno quindi verso il centro, percorrendo a ritroso la strada che ho fatto prima di pranzo.
Gamla Stan con il campanile di Riddarholmen |
Il municipio |
Mariahissen |
Due vedute del Palazzo Reale |
Dall'imbocco dello Strombron, veduta dell'Opera Nazionale |
Strandvagen |
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