Headbangers Ball 2019: Kataklysm + Whitchapel + Fleshgod Apocalypse + Dyscarnate, Backstage, Monaco di Baviera (D), domenica 1 dicembre 2019
Ultimi fuochi di un anno scatenato, dal punto di vista concertistico, mi concedo l'ennesima fuga fuori dai confini per vedere i Whitechapel, persi in luglio (suonarono a Milano). L'occasione è particolare, ma vedere qualcosa di nuovo non fa mai male: in effetti, delle tre band che si esibiranno questa sera, ho ascoltato solamente qualcosa dei canadesi Kataklysm, giusto perché sapevo sarebbero stati gli headliner. Alloggio a due passi dal locale, ma mi concedo una visita in centro, visto che Monaco è molto ben organizzata dal punto di vista dei trasporti.
In perfetto orario cominciano gli inglesi di Horsham, Dyscarnate. Trio death metal molto tecnico, non troppo mobili sul palco, ovviamente ristretto come è ovvio che sia per una band che apre le danze, ma mi fanno una buona impressione. A ruota i Fleshgod Apocalypse, che scopro essere italiani (da Wikipedia), precisamente perugini: il loro è un symphonic death metal molto sinfonico (scusate la ripetizione), al punto che sono coadiuvati perfino da una cantante lirica sul palco. Al netto dei vestiti di scena, del trucco e di questa pomposità un po' pacchiana, non sono da buttare: si vede che ne sanno e che sono professionali. Il pubblico reagisce piuttosto bene. Personalmente sono quelli che mi piacciono di meno, ma ripeto, non sfigurano affatto. Eccoci al momento da me più atteso: il sestetto di Knoxville (Whitechapel) riempie il palco e colora l'aria con il suo stile che oserei definire deathcore di classe. Una scaletta di circa 40 minuti, dentro la quale ovviamente la fa da padrone l'ultimo The Valley, con le immancabili Hickory Creek e When a Demon Defiles a Witch. Energici e compatti, mi lasciano soddisfatto (anche per la durata, breve ma intensa). Arriva il gran finale, con i canadesi Kataklysm. Il loro stile è mutato negli anni, e adesso è un death metal robustissimo ma molto melodico, quasi anthemico; non troppe le parti veloci ma ottime (il batterista Oli Beaudoin, con loro dal 2013, è davvero portentoso), e un frontman guascone e capace di essere entertainer. Del resto, è canadese ma si chiama Maurizio Iacono… Me ne vado dopo un'ora di set, ma mi sono piaciuti anche loro. Una bella esperienza, un locale che sembra un vecchio magazzino riadattato, ma con un'ottima visibilità e una discreta acustica. Magari ci rivedremo.
The British from Horsham, Dyscarnate, begin in perfect time. Very technical death metal trio, not too mobile on stage, obviously restricted as it is obvious that it is for a band that opens the dances, but they make a good impression. The Fleshgod Apocalypse, which I discover to be Italian (from Wikipedia), precisely Perugian: theirs is a very symphonic symphonic death metal (sorry for the repetition), to the point that they are assisted even by an opera singer on stage. Net of stage clothes, make-up and this slightly tacky pomposity, they are not to be thrown away: you can see that they know what they are doing, and they are professional. The audience reacts quite well. Personally they are the ones I like least, but I repeat, they do not disfigure at all. Here we are at the moment most awaited by me: the Knoxville sextet (Whitechapel) fills the stage and colors the air with its style that I would dare to call class deathcore. A setlist of about 40 minutes, in which obviously the last The Valley is the master, with the inevitable Hickory Creek and When a Demon Defiles a Witch. Energetic and compact, they leave me satisfied (also for the duration, short but intense). The grand finale arrives, with the Canadians Kataklysm. Their style has changed over the years, and is now a very robust but very melodic, almost anthemic death metal; not too many fast but excellent parts (drummer Oli Beaudoin, with them since 2013, is truly portentous), and a frontman capable of being entertainer. After all, he is Canadian but his name is Maurizio Iacono... I leave after an hour of set, but I liked them too. A nice experience, a venue that looks like an old warehouse adapted, but with excellent visibility and discreet acoustics. Maybe we'll meet again.
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