Cult of Luna + Brutus + A.A. Williams, Alcatraz Milano, martedì 3 dicembre 2019
Mi ritrovo con gli amici milanesi poco prima del concerto per un kebab, e siamo dentro l'Alcatraz subito dopo la fine dell'esibizione di A. A. Williams, che però mi dicono interessante. Rimedieremo. Ecco quindi i belgi Brutus, ormai nostre vecchie conoscenze, che stanno promuovendo il loro nuovo Nest, secondo disco. La loro esibizione contiene la solita dose di energia alla quale ci hanno abituato, e speriamo che si conservino così.
Arriviamo quindi al momento atteso. Il locale è stato predisposto per un evento di media portata, telone che divide la platea e palco posto su un lato, ed effettivamente non c'è il pienone neppure così. I pochi ma buoni presenti, però, sono devoti. Gli svedesi sono sette, se non ho sbagliato a contare, con la doppia batteria, chitarre, basso e tastiere, con qualche membro che saltuariamente cambia strumento, le luci adeguate e la comunicazione con il pubblico ridotta a zero: è solo la musica che conta. E quella è un fiume in piena, travolgente, un crescendo continuo di chitarre e percussioni tribali. I richiami ai Neurosis e agli Isis sono noti, e mi pare di poter dire che l'unica band che possa essere a loro paragonata, in quanto a potenza sonora, siano gli Amenra. Il concerto, usando un luogo comune, è breve ma intenso, nove pezzi in scaletta che bilanciano vecchio e nuovo, ma vengono da soli tre album (il nuovo A Dawn to Fear, Vertikal e Somewhere Along the Highway), ma lascia decisamente soddisfatti.
We therefore arrive at the expected moment. The venue has been set up for a medium-scale event, a tarpaulin that divides the parterre and the stage on one side, and actually there is no full house even so. The few but good present, however, are devoted. The Swedes are seven, if I have not been wrong to count, with the double drums, guitars, bass and keyboards, with some members who occasionally change instruments, the appropriate lights and the communication with the public reduced to zero: music only matters. And that's swollen river, overwhelming, a continuous crescendo of guitars and tribal percussions. The references to Neurosis and Isis are known, and I think I can say that the only band that can be compared to them, in terms of sound power, are Amenra. The concert, using a common place, is short but intense, nine tracks in the setlist that balance old and new, but that comeas from only three albums (the new A Dawn to Fear, Vertikal and Somewhere Along the Highway), but leaves us very satisfied.
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