Pony - Orville Peck (2019)
Voce che indubbiamente richiama quella di Roy Orbison (ma potrebbero venirvene in mente altre), viene dal Canada, indossa una maschera da Lone Ranger con l'aggiunta di peneri che gli coprono così bocca e collo, suona un country velato di dark e post new wave, ed il suo debutto, Pony, è stato osannato da più parti come uno dei dischi più interessanti del 2019. Indubbiamente interessante, dodici tracce che, come detto prima, sono in bilico tra country e post new wave cantate da questa voce profonda e sensuale, il personaggio Orville Peck è ancora avvolto nel mistero (qualcuno, basandosi sui tatuaggi simili, ha provato a scommettere sia Daniel Pitout, batterista dei canadesi Nu Sensae), ma senza dubbio ha incuriosito molti amanti della musica, tanto da essere segnalato dal New Yorker come una delle sensazioni del 2019.
Voice that undoubtedly recalls that of Roy Orbison (but others may come to your mind while you'll listening), comes from Canada, wears a Lone Ranger mask with the addition of fringes that cover his mouth and neck, plays a country veiled with dark and post new wave, and its debut, Pony, has been praised by many as one of the most interesting records of 2019. Undoubtedly interesting, twelve tracks that, as mentioned before, are in the balance between country and post new wave sung by this deep and sensual voice, the character Orville Peck is still shrouded in mystery (someone, based on similar tattoos, tried to bet on Daniel Pitout, drummer of the Canadians Nu Sensae), but undoubtedly intrigued many music lovers, so much to be reported by the New Yorker as one of the sensations of 2019.
Nessun commento:
Posta un commento