No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100510

zona verde


Green Zone - di Paul Greengrass 2010


Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)

Giudizio vernacolare: ti fa venì 'r fiatone



Nell'aprile del 2003 le forze USA hanno conquistato l'Irak e rovesciato Saddam Hussein. Rimangono da rintracciare le armi di distruzione di massa, quelle che hanno reso possibile l'intervento armato, ed installare un governo democratico che tenga conto di tutte le componenti etniche. L'ufficiale Roy Miller (più precisamente Chief Warrant Officer) comanda una squadra speciale, che agisce esclusivamente su obiettivi indicati dal comando, bonifica la zona in questione e ricerca le armi; ma dopo tre obiettivi, ancora non si trova niente.

Miller è un soldato, ma gli costa obbedire ciecamente quando si accorge che c'è qualcosa che non va. Al quarto tentativo invano, si convince che Martin Brown, un agente della CIA che lo aveva avvicinato dopo una riunione con i vertici che definiva le strategie, dicendogli che le famigerate armi di distruzione di massa non ci sarebbero state neppure questa volta, ha ragione. Sfrutta questa conoscenza quindi al momento in cui capisce di essere entrato in possesso di alcune informazioni realmente importanti, disobbedendo ai propri vertici.



Basato sul libro Imperial Life in the Emerald City: Inside Iraq's Green Zone, del giornalista indoamericano Rajiv Chandrasekaran, esperto di Asia e Medio Oriente ed ex corrispondente da zone di guerra, l'ennesimo connubio tra l'inglese Greengrass e l'americano Matt Damon (qui Roy Miller), per le persone che hanno un minimo di informazione e di obiettività, e così hanno guardato il secondo conflitto in Irak, appare esclusivamente un grosso pretesto, politicamente scomodo per gli USA, ma ormai conclamato, per mostrare che lo stesso Greengrass è se non il maggiore, uno dei migliori esponenti di un cinema d'azione e muscolare post-moderno.

Se la complicata, ma non impossibile, trama/intreccio militar-politico che rende possibili gli eventi narrati (anche se il tempismo dell'apparizione dell'irakeno Freddie è in effetti forzatissimo), appare in fondo risibile e trascurabile, proprio perchè ormai tristemente noto a tutti che le chiacchieratissime armi di distruzione di massa erano inesistenti, lo svolgimento delle scene d'azione rasentano il capolavoro, seppur molto impegnative da seguire, perchè adrenaliniche ai massimi livelli. La scena pre-conclusiva è assolutamente mozzafiato, così come le altre d'azione, anche se rese tali da largo uso della camera a mano e di un montaggio iper-serrato, e quindi parzialmente discutibili dal punto di vista tecnico.

Certo è che, a parte l'adrenalina, rimane poco altro, e quel che rimane è un classico polpettone complottistico, anche se di solito su questo tipo di complotti i film si fanno dopo decine di anni; nell'era di internet, però, i tempi si stanno accorciando.

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