No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100529

Xiao cai feng


Balzac e la piccola sarta cinese - di Dai Sijie 2002


Giudizio sintetico: da vedere (4/5)

Giudizio vernacolare: bello dé!



Cina, 1971, piena rivoluzione culturale; due giovanissimi amici, figli di intellettuali borghesi reazionari, vengono inviati in un campo di rieducazione sulle montagne, dove lavoreranno in miniera e trasporteranno concime per sentieri impervi; l'amore per la letteratura e per la musica li renderà però, perno di un ambiente ristretto e grezzo, ma voglioso di cultura, e li porterà a conoscere la piccola sarta, della quale si innamoreranno entrambi, facendola crescere culturalmente. La presa di coscienza la porterà ad allontanarsi, e, finito il regime maoista, i due amici si ritroveranno anni dopo, per una riflessione dolce-amara in occasione dell'allagamento della regione dove furono "rieducati", a causa della messa in opera di una nuova enorme diga.

Il regista mette sullo schermo il suo stesso romanzo, e lo fa con grazia orientale; i protagonisti sono tutti "in ruolo" e, immersi e sovrastati da una natura che la fa da assoluta padrona (al contrario di quando si stava peggio il film si conclude con la "vittoria" dell'uomo sulla natura), recitano i loro ruoli con leggiadria. Come sempre, semplici ma vitali gli insegnamenti che si possono trarre da questa storia, senza addentrarci troppo nella problematica politica, anche se la storia scaturisce da un regime che ha avuto i suoi lati assurdi e spietati. Quello che salta agli occhi ovviamente, è che la cultura fa crescere, ma a volte può anche far male al cuore.

Gioiellino.

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