No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100518

Fararishtay kifti rost


L'angelo della spalla destra - di Djamshed Usmonov 2002


Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)

Giudizio vernacolare: chiàmatila miseria dé



Tagikistan, desolazione e dissoluzione (dell'ex impero sovietico); in un minuscolo e poverissimo villaggio, una madre si finge in fin di vita per far tornare il figlio dalla Russia (dove è finito in carcere per 10 anni), soprattutto per far sì che sistemi la casa, in particolare la porta, troppo stretta perchè ci passi degnamente un morto; ma il figlio, Hamro, ha debiti con tutto il villaggio, un figlio piccolo, e corre dietro ad una cugina.


Chi scrive rischia di passare per fanatico, ma è dall'Asia che vengono continuamente dei film geniali e inaspettati; questo è un altro di quelli.

Ci sono un sacco di cose che stupiscono; su tutte, come faccia un paese in una condizione del genere a scherzare su se stesso; le altre le scoprirete vedendo questo film.

Una perfetta commistione di umorismo (anche involontario), rassegnazione, senso del sacro, (auto) critica sociale, coraggio e follia (il colpo di genio dello scambio di posto per morire lascia stupefatti ma non come ci lascerebbe un'incongruenza), il tutto senza che appaia troppo, merito di una regia silenziosa, al servizio di una storia semplice semplice; cast quasi interamente non professionista (il dottore è il padre del regista), che conferisce una spontaneità disarmante al film.

Alla fine, un briciolo di speranza. A voi decidere se sia convincente o meno.

Vincete le comprensibili resistenze e guardatevi questo film che viene dal Tagikistan: vi farà bene.

2 commenti:

Roberto ha detto...

Sì, beh volentieri ma è introvabile!!!

jumbolo ha detto...

non ne dubito. ma sai che io l'ho visto al cinema?