Blessed Are the Sick - Morbid Angel (1991)
Molti fan e critici considerano il debutto dei Morbid Angel, Altars of Madness del 1989, uno dei punti più alti del death metal. Eppure, forse perché il genere non è propriamente il mio preferito (ma non lo disdegno), io continuo ad essere legato fortemente al loro secondo disco, Blessed Are the Sick (la band, inizialmente involontariamente, in seguito imponendoselo, sta continuando a pubblicare dischi con il titolo in ordine alfabetico - siamo arrivati recentemente al decimo - considerando i live - Juvenilia, che non è altro che un live del 1989 in cui i MA suonano tutto Altars), un disco che, a partire dalla copertina (Les Trésors de Sathan del simbolista belga Jean Delville), chiarisce il loro messaggio, definisce il loro mondo, orrorifico e decadente, massiccio ma capace di slanci sorprendentemente delicati e scatti spiazzanti. Musiche composte quasi interamente (l'eccezione è lo strumentale interludio Desolate Ways, uno splendido passaggio di chitarra classica composto dall'altro chitarrista di allora, Richard Brunelle) dal leader e chitarrista Trey Azagthoth, che dedica il disco nientemeno che a Mozart, liriche scritte dal bassista e cantante David Vincent. La formazione di questo disco è completata dal portentoso batterista di origini salvadoregne Pete Sandoval (recentemente, pare, allontanato dalla band in seguito alla sua conversione al cristianesimo).
Il disco, come in molti hanno fatto notare prima di me, segnala una sorta di rallentamento nell'incedere dei pezzi, una specie di avvicinamento al doom. In realtà, si tratta di semplici passaggi, inseriti anche per riprendere fiato (impossibile suonare 40 minuti di blast beat, per un batterista, per dire), ma che decisamente, almeno per quanto mi riguarda, conferiscono al suono dei MA un marchio di fabbrica interessante. Ovviamente debitori di Slayer e Venom, così come di Hellhammer e Celtic Frost, i Morbid Angel sono da molti citati come pionieri del genere death, e fonte di influenza. Il disco è a mio parere superbo. Fin da Fall From Grace, dopo l'intro un po' alla Rosemary's Baby, sincopata, rallentata nell'inizio ma spericolata nella strofa (suggestivo lo stop alla fine del primo blocco di liriche, quando Vincent rantola "I am Lord, I take command" - il pezzo è scritto nella soggettiva di Belial), le coordinate sono chiare, e pezzi come Brainstorm, rutilante, e Blessed Are the Sick / Leading the Rats, pezzo cadenzato, doom, con chiusura con tanto di flauti, sono ugualmente incisivi ed efficaci nel dipingere una sorta di colonna sonora horror di un film dove i protagonisti sono i demoni più famosi delle scritture. Tra i pezzi veri e propri, probabilmente il mio preferito è Abominations.
Già detto di Desolate Ways, due parole sugli altri due strumentali. Doomsday Celebration è un particolarissimo interludio perfettamente in sintonia con il parallelismo cinematografico, due minuti scarsi aperti da un organo da chiesa, proseguiti da tastiere inframezzate da xilofono, fiati e cori celestiali, che sfociano, nella parte finale, in un tripudio di corni. Finale con campanacci e, probabilmente, clavicembalo.
Si chiude con In Remembrance, interamente al clavicembalo, un pezzo che mi è rimasto in testa e nel cuore dalla prima volta che ho ascoltato questo disco. E stiamo parlando davvero di tanti anni fa.
Disco perfetto, secondo me, per chi vuole avvicinarsi per la prima volta al genere.
Many fan and critics think that "Altars of Madness", the debut album of Morbid Angel, is one of the best death metal album ever. Nevertheless, as about many other metal (and not metal) band, I am very bound to their second album, "Blessed Are the Sick". With this one, Morbid Angel slowed down the rhythm a little bit (taking into account what "slow down" the rhythm can mean for a death metal band like this one), approaching to the doom, and have added some particularity (the various interludes spread into the album), that contributed to create a very special atmosphere on "Blessed", like an horror movie soundtrack or something like that.
I really loved this album, and also today, I listen it with admiring for its elegant brutality.
Nessun commento:
Posta un commento