Scandal - di Shonda Rhimes - Stagione 4 (22 episodi; ABC) - 2014/2015
Sono passati due mesi dalla rielezione del Presidente Grant. Olivia si è ritirata, e sta vivendo insieme a Jake Ballard, sotto il nome di Julia Baker, su un'isola al largo della costa di Zanzibar. Un bel giorno, insieme ad un rifornimento di vino, arriva anche un ritaglio di giornale: Harrison, uno dei gladiatori, è stato ucciso.
Olivia decide che deve tornare a Washington DC per un paio di giorni per pianificare il funerale; Jake, contrario, è comunque con lei. L'ufficio della Olivia Pope & Associates è vuoto, ad eccezione di Quinn, la mittente del ritaglio di giornale. I gladiatori si sono dispersi. Huck, sotto il nome di Randy, lavora come commesso in un negozio di elettronica, e si rifiuta di parlare con Quinn e Olivia. Abby sta lavorando per l'amministrazione Grant, proprio alla Casa Bianca, come Capo Ufficio Stampa. Quando Olivia incontra Abby, lo scontro si fa furioso: Abby accusa Olivia di essere colpevole per la morte di Harrison, Olivia accusa Abby di aver abbandonato gli altri gladiatori per la Casa Bianca.
A livello politico, la morte del figlio Jerry, porta Fitz a licenziare una buona parte del suo staff, e a spingere per far passare il cosiddetto Paycheck Fairness Act (uguaglianza negli stipendi tra uomo e donna, sostanzialmente), e la cosa fa infuriare il nuovo capo del Comitato Nazionale Repubblicano, insieme alla base del partito, Elizabeth North (curiosamente, una donna). Elizabeth si lamenta furiosamente con Cyrus, mettendo sul piatto l'insoddisfazione della base anche per la scelta di un democratico come Procuratore Generale (David Rosen), e per il comportamento depresso e schizofrenico di Mellie in seguito alla morte di Jerry, tutte cose che portano i Repubblicani ad essere sfiduciati.
Jake fa visita a David, per sapere come sta andando la raccolta di prove e l'indagine per abbattere il B613. David sta avendo dei ripensamenti.
Olivia viene richiesta per assistere una senatrice, che sembra sia stata vittima di un tentato stupro da parte di un altro senatore. Olivia ci mette poco a capire che in gioco c'è la possibilità di contrastare il Paycheck Fairness Act.
Al funerale di Harrison, Olivia e Jake si accorgono della presenza, in lontananza, di Rowan, il padre di Olivia. Alla Casa Bianca, Fitz informa Mellie che Olivia è di nuovo in città; Fitz promette che non vuole più esserle infedele, ma Mellie gli fa promettere solamente che, se l'affair dovesse riprendere, vuole essere informata.
Beh, anche solo dal tentativo di riassumere la trama del primo dei 22 episodi della quarta stagione, ognuno di voi può capire che la sceneggiatura non è sicuramente il problema di Scandal. In effetti, questa serie non ha problemi evidenti (lo so, non è significativo a proposito della qualità, ma gli ascolti lo dimostrano), è rimasta accattivante, a dispetto di una figura di POTUS insignificante, recitata da un pesce lesso (Tony Goldwyn), e pure a dispetto del parrucchino inguardabile di Jeff Perry (Cyrus Beene). Posso tentare di indovinare il perché, e lo faccio per voi, visto che per me non serve, io vado a sensazione (in questo caso non è inerzia): la Rhimes è brava a scrivere trame intricate, ad inventarsi cambi di ritmo, colpi di scena, a far cambiare pelle ad una serie senza snaturarla completamente (e quest'ultima dote ce l'hanno in pochi, attualmente). Rimango tuttavia convinto che qualche errore di casting sia stato fatto e si continui a fare, ma finché c'è una protagonista magnetica come Kerry Washington (Olivia), ed un contraltare "teatrale" come Joe Morton (Rowan Pope, il padre di Olivia; non so se ve ne siete accorti, ma uno dei suoi soliloqui sulla democrazia, tratto da Scandal, è stato usato da Paolo Benvegnù nel suo ultimo disco), oltre naturalmente alla sceneggiatura guidata dalla Rhimes, Scandal rimarrà ad alti livelli, e sarà un piacere vederla. Ovviamente, ogni tanto regalateci un po' di Khandi Alexander (Maya Lewis, la madre di Olivia), che fa sempre bene.
Il debutto della quinta stagione è già schedulato per il 24 settembre.
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