Giudizio sintetico: solo per appassionati
(2,5/5)
Grecia. Quattro persone, una infermiera, un
autista di ambulanze, una ginnasta ed il suo allenatore, hanno creato una specie
di compagnia attoriale che hanno battezzato "Alpi" in maniera
ironica, perché, a detta loro, nessuna montagna può sostituirne un'altra. Il
loro ruolo è quello di sostituire persone morte di recente, nei confronti dei
familiari dei defunti, in modo da far accettare loro la perdita gradualmente.
Il servizio è a pagamento, ma le prime quattro "sessioni" sono
gratuite. Il gruppo è guidato con il pugno di ferro dal conducente di
ambulanze, nome in codice "Monte Bianco", e il gruppo non accetta
tutti i ruoli. In effetti, la ricerca per l'incarnazione dei vari defunti non è
facile, al fine di rendere credibile ogni dettaglio. Nonostante questo, il
gruppo sta lavorando nella completa illegalità.
Situato tra Kynodontas e The Lobster, a
detta dello stesso regista, Alpeis è un po' l'opposto di Kynodontas: se lì c'è
un gruppo di persone che cerca di sfuggire dal mondo esterno creando un mondo
fittizio, qui c'è un gruppo di persone che cerca di entrare in un mondo già
costruito. Interessante costrutto, realizzazione che rispetta i canoni
lanthimosiani: recitazioni volutamente meccaniche che appaiono tutt'altro che
spontanee, personaggi che rivelano tutta la fragilità umana mentre cercano di
dimostrare il contrario.
Falcidiato da una distribuzione
inesistente, risulta durissimo alla visione, ma, ancora una volta, ci mostra un
regista (e co-sceneggiatore insieme a Efthymis Filippou) che cerca di fare un
cinema ormai dimenticato: quello che fa pensare.
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