Lunedì 20 marzo. E' il grande giorno. Il debutto. Mi sveglio e sto così così, ma mi faccio forza. Doccia, barba, mi vesto, scendo per un caffé e trovo i colleghi, bevo il caffé e mangio mezzo croissant, li saluto a dopo. Alle 7,15 sono in sede, dopo di me arriva JL, il capo. Saliamo nella ampia sala dove si svolgerà il corso, e troviamo M., la giovane che fa da facilitatrice/factotum, e, questo non lo sapevo, conosco P., mai visto prima, già trainer per un'altra Academy, che oggi ci affiancherà. Sistemiamo la stanza, i tavoli, i segnaposto, il materiale, i poster; M stende lo storyboard con le nostre iniziali, JL assegna gli slot. Nel frattempo sono già alla seconda capsula di Loperamide. Verso le 8,15 cominciano ad arrivare gli "alunni". Molte persone che lavorano qui a Lione, arrivano i miei colleghi. 8,30, si parte.
L'interazione è buona, sia tra i trainer che tra gli alunni. I lavori di gruppo vengono svolti tranquillamente, alcuni li introduco io e non faccio troppa fatica. Dove faccio davvero fatica, e nelle parti che potrei definire teoriche, soprattutto le presentazioni e le spiegazioni di slides, appunto, di teoria. Spesso do la colpa al fatto che la mia preparazione non è ingegneristica, la mia esperienza viene, come dire, dal basso, ma qui c'è qualcosa di più che non va. Mi accorgo di essere noioso, di non riuscire ad animare una semplice serie di frasi, la cosa non mi piace, non sono soddisfatto per niente. Fisicamente soffro un po'. Arriva la sosta per il pranzo, non mangio quasi niente, e ne approfitto per andare al bagno. Prendo un'altra compressa di Loperamide, riprendo fiato a mi rituffo nel pomeriggio, che per fortuna, dopo l'inizio, mi lascia "disoccupato" per un paio di blocchi, rifiato, seduto, inizia a farmi male la schiena. Mi offro volontario per aiutare in alcune parti, mi sento quasi in colpa, poi partecipo al riassunto finale, dove sulle lavagne di carta, i partecipanti danno il loro riscontro aperto, anche critico. Accetto le critiche, le incamero. Cerimonia di consegna dei diplomi, saluti, i partecipanti se ne vanno, noi iniziamo a riassettare la stanza. E' andata, in qualche modo. Sistemata la stanza, debriefing. Gli altri tre sono molto positivi. Io faccio autocritica, ma gli altri sono tutti molto incoraggianti, al punto che JL mi chiede addirittura se me la sentirei di condurre un training da solo, senza uno dei Core Trainer (quelli più esperti), insieme a un altro dei nuovi. Gli dico di no, subito no, di darmi almeno un'altra prova insieme ad uno esperto, poi magari vediamo. Saluto P, che è stato di grande aiuto, si vede che è uno esperto, anche se con i nostri moduli non lo era, e saluto JL, pensavo rimanesse, invece se ne torna a Parigi. Domani abbiamo una (la prima) riunione telefonica con il gruppo dei nuovi trainer, e pensavo sarebbe rimasto per farla da qui, invece la farà dalla capitale. Lo ringrazio per la fiducia, lui ringrazia me. M mi mostra il suo ufficio, e mi dice che domani non ci sarà neppure lei, ha una visita medica. Mi dice che posso usare la sua scrivania, e che accanto alla sua c'è J, un altro dei "nuovi", un tipo col quale mi trovo molto bene. Ci salutiamo, mentre in corridoio incrocio l'amico, collega e compaesano E, che è qui anche lui per lavoro, sapevo che c'era, ma non c'eravamo ancora incrociati. Saluto la sua capa, e un suo nuovo collega, toscano, scambiamo due battute. Decidiamo, con E, di cenare insieme. Sono quasi le 19, fissiamo per le 20 al suo albergo: io, stremato, rientro al mio. Mi sdraio sul letto inerme, sono fisicamente annientato. E' stata molto più dura di quanto mi aspettassi fisicamente, dura come me la aspettavo mentalmente. Mi rivesto e mi dirigo verso l'appuntamento, E è davanti al suo hotel col trolley ancora da aprire, è uscito adesso e deve ancora fare il check in. Lo aspetto, poi entriamo nella prima brasserie che troviamo, la Brasserie des Brotteaux, mangiamo e parliamo di pettegolezzi lavorativi per un paio d'ore. Ci diamo appuntamento all'indomani, possiamo andare all'aeroporto insieme, i nostri aerei (uno per Bologna, l'altro per Milano) partono alla stessa ora (le 20). Rientro, mi vedo un telefilm, e alle 23 spengo le luci, puntando la sveglia alle 8: mi ci vogliono proprio queste ore di sonno.
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