Attenberg - di Athina Rachel Tsangari (2010)
Giudizio sintetico: da vedere ma non per tutti (3,5/5)
Grecia, piccola città industriale sul mare. Marina è una 23enne sessualmente inesperta, che vive con il padre Spyros, un ingegnere malato terminale di cancro. Come se fosse autistica, è poco capace di relazionarsi con il prossimo, e vive passando il tempo tra il suo lavoro part-time di autista per la fabbrica vicina, guardando i documentari naturalistici di Sir David Attenborough, le canzoni dei Suicide, e l'amicizia con l'unica amica Bella, completamente opposta a lei in quanto a comportamenti sessuali.
Nonostante l'apparente durezza di Marina, le poche persone che le stanno intorno, mostrano calore e profondità. Il padre morente condivide con lei pensieri filosofici, mentre Bella, seppur eterosessuale e abbastanza promiscua, prova ad "educarla" sessualmente.
Quando in ingegnere arriva in città per lavorare nella fabbrica e Marina è a lui "assegnata" come autista, Marina, timidamente ma curiosamente e in maniera del tutto goffa, ha con lui il suo primo rapporto sessuale. Ne parla prima col padre, poi con Bella. Il padre le chiede di conoscerlo, ma lei rifiuta, quindi il padre stesso le domanda per quale motivo gliene ha parlato. Marina chiede poi a Bella di fare l'amore col padre, come ultimo favore prima che muoia. Nel frattempo, la relazione di Marina con l'ingegnere prosegue, tra goffaggine e tenerezza.
Secondo film per la regista greca, legata a doppio filo con il più conosciuto Yorgos Lanthimos, Attenberg vinse la Coppa Volpi a Venezia 2010 per la miglior attrice protagonista Ariane Labed (Marina), nella vita moglie di Lanthimos (lei qui era al debutto, lui qui appare nella parte dell'Ingegnere). Il film potrebbe tranquillamente essere scambiato per una creatura di Lanthimos: assurdo, provocatorio, disturbante, lento, con recitazioni tra il teatrale e il meccanico, con dialoghi rarefatti e apparentemente senza senso, in realtà duri come macigni e densi di spunti di riflessione. E' senza dubbio, uno di quei film che può suscitare pareri completamente opposti, irritare o irretire, affascinare o far incazzare, con quel suo tono da film francese intellettuale trasferito in un non luogo, come pare che la regista voglia far apparire la sua Grecia provinciale. A me è piaciuto, perché una faccia come quella di Marina non la si dimentica (infatti la riconosco in ogni film che fa), così come alcune scene completamente prive di apparente senso (la gara di sputi giusto per dirne una), e perché di film convenzionali sono pieni i multisala.
Second movie directed by the Greek director, tied to double thread with the best-known Yorgos Lanthimos, "Attenberg" won the Volpi Cup in Venice 2010 for the best actress Ariane Labed (Marina), in the real life wife of Lanthimos (she was here to debut, he here appears in the Engineer's role). The film could easily be mistaken for a Lanthimos creature: absurd, provocative, disturbing, slow, with actorial performance between the theatrical and the mechanic, with rarefied and seemingly meaningless dialogs, in reality harsh as a stone, denses and starting point for various reflections. Without a doubt, one of those films that can give rise to completely opposed opinions, irritate or enmesh, fascinate or pisses off, with its French intellectual film tone transferred to a nowhere land, as the director seems to want to make appear her provincial Greece. I liked it because a face like that of Marina does not forget it (in fact, I recognize her in every movie she does), as well as some scenes completely devoid of apparent meaning (the spit race, just to say one), and because the multiplex are full of conventional movies.
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