Rough Times - Kadavar (2017)
Da me conosciuti con il loro album precedente Berlin, il power trio tedesco è arrivato oggi al quarto disco, e c'è da dire che (anche vedendo le loro foto promozionali), molto pacificamente, non ne vogliono proprio sapere di venire fuori dagli anni '70. Nessun problema: li ascoltiamo comunque, e sempre con grande piacere. Si, perché se si ama quel periodo, ma si prova comunque a non suonare come delle cover band o, peggio, delle pessime caricature, si può sicuramente trovare un pubblico che ti segue e ti ascolta: gli svedesi Graveyard ne sono la prova provata. Suono pieno, denso, potente, canzoni che prendono ispirazione sia dalle grandi band hard rock dell'epoca d'oro (divertitevi, durante l'ascolto, a domandarvi chi vi ricordano ora, e poi dopo un poco), sia da quelle, sempre almeno vecchie di 40 anni, meno dure e più spiccatamente melodiche. Disco estremamente godibile, e massimo rispetto.
I "met" Kadavar with their previous album "Berlin", now the German power trio arrived today to the fourth album, and it is to be said (even seeing their promotional photos), very quietly, they do not really want to know how to come out of the seventies. No problem: we listen to them anyway, and always with great pleasure. Yes, because if you love that time, but you still try not to play as one cover band or, worse, as bad caricatures, you can definitely find an audience that follows you and listens to you: the Swedish Graveyard is a proven test. Full, dense, powerful sound, sonsgs inspired from the big hard rock bands of the golden era (enjoy, while you are listening, ask yourself who are reminding to you now, and then after a while), but also, still at least 40 years old, the ones less tough and more melodic. Extremely enjoyable album, and maximum respect.
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