Saul fia - Di László Nemes (2015)
Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Ottobre 1944, campo di sterminio nazista di Auschwitz. Saul Auslander è un ebreo ungherese prigioniero, che però lavora come sonderkommando: accompagna i condannati agli spogliatoi e chiude le porte delle camere a gas, recupera gli oggetti di valore dagli indumenti dei morti, trascina fuori i loro corpi dopo la morte, pulisce i pavimenti immediatamente dopo. Espressione impassibile, come paralizzata dall'orrore, un giorno si imbatte nel corpo di un giovane che respira ancora. Allontanato, assiste al soffocamento del ragazzo da parte di un medico nazista; il corpo necessiterà di un'autopsia. Saul prende a cuore la causa, e insiste per portare il corpo dal dottore della prigione, Miklos, anche lui compagno di prigionia ed ebreo ungherese. Scongiura Miklos di non eseguire l'autopsia, e si autoconvince che quel corpo è quello di suo figlio: vuole dargli una degna sepoltura ebrea, per cui si mette alla ricerca di un prigioniero che sia un rabbino.
Premio Oscar nel 2016 come miglior film in lingua non inglese, Saul fia non è solo uno dei tanti film sull'Olocausto che vanno visti per non dimenticare. E' una straordinaria rievocazione, piuttosto accurata, di un momento storico aberrante per l'umanità, girato da mani inesperte (Nemes aveva solo 3 cortometraggi alle spalle, prima di buttarsi in questa impresa), e forse per questo, talmente rudimentale da diventare quasi vero. Particolare il suono (5 mesi di lavoro per aggiungere voci di sottofondo in otto lingue diverse), e straordinaria l'interpretazione dell'attore/poeta Geza Rohrig nei panni di Saul. Dolorosissimo, e per questo imperdibile.
Oscar winner in 2016 as best film in foreign language, "Saul fia" is not just one of the many Holocaust films that should be seen in order not to forget. It is an extraordinary, rather accurate re-enactment of an aberrant historical moment for humanity, directed by inexperienced hands (Nemes only had 3 short films behind him, before throwing himself into this undertaking), and perhaps for this reason, so rudimentary that he became almost true. Particular the sound (5 months of work to add background voices in eight different languages), and extraordinary interpretation of the actor / poet Geza Rohrig in the role of Saul. Very painful, and for this unmissable.
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