Un buongiorno a tutti da Buenos Aires, anche se immagino che in Italia sia gia' pomeriggio. Insomma, tutto bene. Il volo e' andato bene, a parte un po' di turbolenza verso la fine; la cosa assurda e' accaduta a Fiumicino, una di quelle cose che ci mette in ridicolo davanti ai paesi stranieri. Tra i voli interni e quelli verso l'estero, c'e' un ulteriore controllo passaporti. Quando sono arrivato li', a circa 30 minuti dall'orario di imbarco del mio volo per l'Argentina, c'era una fila chilometrica sia per i passaporti extra-UE, sia per quelli comunitari. Avete presente quando arrivate in un paese straniero, le distese infinite di addetti nei gabbiotti per controllare i passaporti di chi arriva? Ecco, in Italia non accade. Quando va bene, ci sono due poliziotti. Questo era uno di quei casi, e la gente stava perdendo i voli. Un tizio accanto a me ha telefonato al 113 per esporre denuncia e sapete cosa gli hanno detto? Passi il controllo e poi c'e' un posto di Polizia aeroportuale dove deve esporre denuncia scritta. Cosi', per fare questa denuncia, doveva sperare di perdere il volo ed avere tempo a disposizione. Vabbe'.
Devo essere onesto: come mi era accaduto in altri casi, meno gravi (lunghe attese sotto la pioggia all'esterno di un concerto, in attesa della Polizia), ho cercato di fomentare la folla, ma non sono stato seguito: ormai la gente e' anestetizzata al peggio. L'ho buttata sulle battute: "allora!", "aprite i gabbiotti!", "venite a lavora'", "accidenti a Maroni e alle su' corna" e cose cos¡". Due tocchi di classe: quando e' arrivato un ulteriore poliziotto per aprire un altro punto di controllo, come appreso dai miei amici livornesi di scoglio gli ho urlato "c'avevi l'arselle?", fine battuta per quando uno arriva in ritardo. Le arselle, simili alle vongole, richiedono un procedimento macchinoso per essere mangiate, ed ungono le dita, per cui altro tempo per ripulirsi. Qualcuno ha riso, ma riconosco che era una battuta zonale. Un'altra battuta molto bella mi e' venuta di getto. La situazione era quella che era, e c'era gente che stava davvero perdendo il volo, quindi passava lateralmente per vedere se la gente, leggermente inferocita, si sarebbe mossa a compassione e li avrebbe fatti passare (qualcuno ha litigato). Gli altri in fila che comprendevano, siccome c'era spazio sulla destra della fila, ha suggerito ad alcuni di questi malcapitati di passare a destra. Io ho subito preso la palla al balzo ed ho urlato: "vai a destra vai a destra....questi sono i risultati....vacci dell'altro a destra.....". Diverse risate, evidentemente della minoranza parlamentare.
Passati i controlli e fatto l'imbarco, mentre percorrevo il corridoio per arrivare all'aereo, tre signore sarde mi hanno in pratica ringraziate perche' erano anche loro in coda, mi hanno riconosciuto, e appunto mi ringraziavano perche' le avevo fatte divertire, soprattutto per le corna di Maroni. Son soddisfazioni.
Siamo partiti con quasi un'ora di ritardo. Siamo arrivati con quasi mezz'ora. Ma per me era sempre presto: le 7,00 locali. Ho preso le cose con calma, ho preso un caffe', poi cambiato un po' di soldi, comprato il biglietto per il bus per il centro, il tragitto e' durato il doppio (me ne sono accorto, ho chiesto perche', mi hanno detto che c'era stato un incidente ed erano stati costretti ad allungare), sono andato a piedi all'ostello, mi sono insediato, ho dormito un po', poi sono uscito, ho cercato l'ostello dove abita adesso Juli che ha trovato lavoro nella Capitale, ho pranzato in un ristorante proprio davanti, dove ascoltvano una radio piacevole e dove ho messo a fuoco che The Fixer dei Pearl Jam inizia come un pezzo dei The Hives, ed ho sentito il nuovo singolo dei Catupecu Machu, il mio gruppo rock argentino preferito dopo i Los Natas, e non mi e' piaciuto (troppa elettronica dentro). Poi e' arrivata Juli e ci siamo abbracciati, siamo usciti a bere, e abbiamo parlato ininterrottamente dalle 17,30 alle 23,30. Sono tornato a piedi al mio ostello, con la promessa che oggi avrei definito il mio passaggio in Uruguay, e nel frattempo la famiglia di Juli sta "lavorando" alla mia escursione alle cascate di Iguaçu. La loro escursione parte il 15, ma e' tutta piena. Se rimane piena, io prendo un volo dalla Capitale per la brasiliana Foz de Iguaçu, e li raggiungo. Altrimenti devo arrivare fino a Rosario per salire sul bus. Nel frattempo, vado in Uruguay e vedo qualche posto al nord, lasciandomi eventualmente quelli al sud perch' li posso vedere anche direttamente con escursioni in traghetto da Buenos Aires. Ho parlato via msn con le amiche di Juli che conosco anch'io, e al telefono con uno dei suoi fratelli e sua moglie. Adesso ho preso qualche numero di telefono e faro' qualche telefonata. Il programma sarebbe: stare qui fino a domani sera, dopo cena prendere il bus dal terminal di Retiro qui vicino e viaggiare verso Montevideo la notte (7-8 ore di viaggio), arrivare a Montevideo la mattina presto, prendere un bus per La Paloma verso le 10,00, arrivare verso le14,00, installarmi in un ostello sul mare, stare un paio di giorni li' e poi vediamo. Vado a telefonare. Poi vi aggiorno.
Statemi accorti.
7 commenti:
Sembra di essere lì con te! aspettiamo ulteriori aggiornamenti... intanto divertiti (ma non c'è bisogno che ti si dica, vero?! )
:)
no!
ma ricordati Cipo, io mi diverto di piu quando torno e racconto cosa ho fatto, mentre sono in giro spesso sono in paranoia per gli orari, le connessioni, sta stronzate qua che pero' son necessarie. beh pero' dai, sto migliorando.
e poi stanno uscendo fuori nuovi progetti per la pensione....
Grande Jumbolo...
ah sei tu il pericoloso fomentatore di folle
aeroportuali, eh...
:-)
gia'. ma non ci sono riuscito bene. ad ogni modo solo contro le divise.
oooooo....ci sono anch io....per lo meno mi aggiorno di piu che con gli sms....devi vede ale come gioca a pallone...siamo gia al secondo allenamento..baci baci...elena
mi raccomando non gli mettere la maglia di ronaldinho del barcellona che se gliela metti diventa duro!!
PS per chi non ha capito: e' mia sorella!!
Posta un commento