La fame che abbiamo - di Dave Eggers (2005)
Uno statunitense senza nome visita Giza, in Egitto, e d'improvviso si imbarca in una cavalcata nel deserto, guidato da un locale. La visita si trasforma in un'epifania.
Gli effetti della notizia della morte violenta di un soldato USA su un cittadino statunitense qualunque. Una giovane single visita un suo caro amico, single anche lui, che sta lavorando in Nicaragua. Si incontrano in Costa Rica per fare surf e stare insieme. Un marito vuole costruire una casetta in giardino per stupire la moglie. Un uomo affronta un lungo e noioso viaggio in auto per andare a trovare il cugino, che ha tentato di uccidersi per l'ennesima volta. Una madre single non riesce a dormire perché sono le 2,33 della notte e il figlio quindicenne non è ancora rientrato. Un uomo racconta alla Luna la sua avventura in Scozia, con una cara amica, che in realtà gli era sempre piaciuta.
E poi ancora. La costruzione di un racconto su di un uomo, malato terminale, che non vuole morire da solo, e organizza il momento della sua morte in uno stadio gremito. Una donna single con un dolore inespresso dentro, che si imbarca in una scalata del Kilimangiaro.
Dopo aver "rotto il ghiaccio" con Zeitoun, per quanto riguarda Dave Eggers, ho preso questo libro per caso, in libreria, avendo in mente tutt'altro. Visto che le cose che cercavo non c'erano, vedo il nome conosciuto, e prendo questo La fame che abbiamo al volo. Una raccolta di racconti, brevi e brevissimi (in realtà ce n'è perfino uno, Ci sono cose che lui dovrebbe tenere per se stesso, che consta del titolo e di cinque pagine bianche), scritti con uno stile intenso, rapido, emozionale, di quelli che se fosse un film diresti "montaggio serrato", apparentemente lontanissimi, a livello di soggetto, tra di loro, ma in realtà legati strettamente dalla fame del titolo: la fame di vita, della ricerca del suo senso, fame di emozioni.
Libro snello, autore con uno stile davvero personale, capace di trasportare, appunto, emozioni, dalla carta al lettore.
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