In Dreams and Time - Ancestors (2012)
Vi ho già parlato del quintetto losangelino due anni fa, con un anno di ritardo dall'uscita del loro Of Sound Mind, e li ho "conosciuti" con il loro debutto Neptune With Fire, datato 2008. L'impressione, confermata anche da quest'ultimo, nuovissimo In Dreams and Time, è quella, positiva e spiazzante, di un combo perennemente in bilico tra uno stoner/doom/death metal di qualità altamente raffinata, e una deriva (sana) verso una sorta di progressive influenzato sia dai Pink Floyd (palese il loro fantasma su On The Wind) che dai Neurosis. Come descrivere un pezzo come The Last Return, tutto pianoforte ed eteree voci femminili, dove, a parte questo, la chitarra appare per punteggiare il tutto? E il crescendo di riff che sembrano voler far librare nell'aria l'ascoltatore di Corryvreckan? Addirittura, negli ultimi due pezzi, Running In Circles e First Light, gli Ancestors ricordano decisamente gli Amplifier, una band mai troppo osannata e poco blasonata perché da sempre mantiene un profilo basso. E questo (il paragone con i mancuniani Amplifier), credetemi, è decisamente un complimento.
Copertina bruttina, ma decisamente pinkfloydiana.
2 commenti:
Ah, che meraviglia il ritorno
del jumbolo critico ruock!
Concordo con Monty, non sapevo più cosa ascoltare.. un bacio stea
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