Sunshine - di Danny Boyle (2007)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: la famosa fine der topo
2057. Il Sole si sta lentamente, ma neppure troppo, spegnendo. Sulla Terra, è calato un inverno perenne. Le nazioni si uniscono in uno sforzo che potrebbe, con tutta probabilità, essere l'ultimo, prima della completa estinzione del genere umano: viene inviata verso il Sole l'astronave Icarus II, con un equipaggio multietnico di super-esperti dei settori necessari, ma soprattutto con, a bordo, una smisurata bomba nucleare. Il piano è di gettarla in mezzo al Sole e farla detonare, in modo da innescare nuovamente le reazioni interne della stella, ed evitarne lo spegnimento totale. Ovviamente, l'astronave si chiama Icarus II perché c'era già stata una prima Icarus, la I. Sette anni prima, infatti, un'astronave con una missione identica, era partita dalla Terra, ma se ne erano perse le tracce poco prima che arrivasse a destinazione. La missione stavolta procede regolare, finché, oltrepassando Mercurio per poi innescare la fionda gravitazionale per spingersi fino al Sole, Harvey, l'addetto alle comunicazioni, rileva il segnale d'emergenza della Icarus I. Il comandante Kaneda, decide allora di far fare la scelta al fisico Robert Capa, che ha anche curato la messa a punto dell'immensa bomba: deviare la rotta per avvicinarsi, prima di portare a termine la missione, a Icarus I, oppure no? Capa, dopo una simulazione, decide per il si. Da quel momento in avanti, l'equipaggio si disunisce, sottoposto a grandi stress. Curiosamente, il primo a perdere il controllo, certo in maniera del tutto particolare, è lo psicologo Searle.
Situato cronologicamente tra Millions e The Millionaire, nella filmografia di uno dei registi inglesi attualmente più importanti, ispirato fortemente da capolavori quali 2001: Odissea nello spazio, Solaris e Aliens, Sunshine ci prova, ci prova, ma non ci riesce. C'è un grande impegno verso il creare un atmosfera epica, filosoficamente di spessore, a sottintendere sensazioni forti e al tempo stesso ovattate, da fine del mondo ma lontani dal mondo. Per una buona parte del film, ci riesce; poi, nella seconda parte la situazione va un po' in confusione per (spoiler alert) il classico finale "ad eliminazione". Apprezzabile, ma un po' macchinosa, la metafora finale (il personaggio di Pinbacker), così come il messaggio anti-riscaldamento globale di fondo (rovesciando le possibili conseguenze), ottima la realizzazione degli interni e le scenografie in genere, discrete le recitazioni. Il cast vede Cillian Murphy (Robert Capa), Chris Evans (Mace), Michelle Yeoh (Corazon), Rose Byrne (Cassie), Cliff Curtis (Searle), Mark Strong (Pinbacker).
Impegnativo a livello di budget, si è rivelato un mezzo flop.
Nessun commento:
Posta un commento