No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120606

Politecnico

Polytecnique - di Denis Villeneuve (2009)


Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Giudizio vernacolare: un c'è nulla daffà, guando ti fa contatto 'r cervello...

Il 6 dicembre 1989, il venticinquenne canadese Marc Lépine, entrò nell'Ecole Polytecnique di Montréal, armato di un fucile e di un coltello da caccia; quello che ne seguì è ricordato ancora oggi come il Massacro del Politecnico di Montréal. Il regista del Québec ci racconta la sua versione della storia.

Inutile che ve lo neghi, il canadese quebecoise Villenevue, che già mi starebbe simpatico solo per il cognome, è attualmente uno dei miei registi favoriti. Dopo la visione del suo Incendies (La donna che canta), per fassbinder miglior film del 2011, mi sono visto tutta la sua breve filmografia, e ve ne ho parlato. Mancava questo. La drammatizzazione di questo tragico e sanguinoso evento da parte di Villeneuve, forse avrà potuto lasciare interdetto qualcuno di quelli che, soprattutto in Canada, hanno dato vita ad un acceso dibattito in seguito al fattaccio, visto che probabilmente il regista ha omesso alcuni particolari (probabilmente quelli che potevano essere maggiormente strumentalizzati, come l'origine maghrebina del Lépine - il padre era algerino -; c'è da dire che su molte altre evidenze, il regista è stato piuttosto accurato); ma è innegabile che sia un film tecnicamente superbo, ed emozionalmente tremendo, così come dev'essere stato un evento del genere per una comunità. Girato in un elegante bianco e nero, con una struttura vagamente circolare (l'inizio è in realtà un momento della conclusione, così come si vedrà assistendo al film), ha un ritmo estremamente rilassato nella prima parte, ma già carico di tensione. Mostrato in anteprima ai membri delle famiglie delle vittime (il film è dedicato alle vittime, alle loro famiglie, a tutti gli studenti e agli impiegati del Politecnico), che hanno dato al regista la loro benedizione, il film è dominato dal protagonista Maxim Gaudette, che abbiamo poi visto in La donna che canta nei panni di Simon, nei panni dell'assassino (che non viene mai nominato nel film); l'attore canadese è davvero bravissimo, così come il resto del cast. Come detto, film tesissimo, splendidamente realizzato.

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