Riallacciandomi al post di due giorni fa, mi piacciono gli aeroporti. Tutti. Ovviamente, c'è quello che mi piace di più e quello che mi dice poco, ma tutti quanti rappresentano un trampolino per la conoscenza di altri luoghi, e al tempo stesso sono crogioli di diversità, di persone differenti, ognuna con il suo fardello e la sua personalità, la sua storia, le sue tristezze o le sue felicità. Inoltre, l'aeroporto è, chissà per quanto, e non in tutti i casi, un'oasi di pacatezza, di rispetto, mediamente c'è poca gente che urla rispetto a fuori di lì, mediamente le persone sono meno propense a dare in escandescenze.
Ecco uno dei motivi per cui mi rendo sempre, se possibile, disponibile per accompagnare amici e conoscenti all'aeroporto (Pisa, Roma, Firenze, Milano, wherever), e rimanere a far loro compagnia, fino al check in, fino ai controlli di sicurezza, mi piace aggirarmi per gli aeroporti senza l'ansia di dover prendere un aereo (la mia ansia non è di volare, è di perdere l'aereo).
Ed ecco perché, se devo andare in un luogo e c'è un volo conveniente da un aeroporto dove non sono mai stato, beh non ci sono problemi.
Ma c'è un altro non-luogo che stuzzica la mia curiosità; più del treno, la metropolitana. Quella di Londra, tra le poche che ho visto, è una roba che mi faceva impazzire (anche se avrei un aneddoto gustoso su quella di Madrid). Quando ci sono stato, nel 1998, alloggiavo piuttosto lontano dal centro, una buona mezz'ora, appunto, di metro (underground, of course). Ecco, ogni giorno, ogni mattina, quella mezz'ora all'andata, ed ogni sera quella mezz'ora al ritorno, era una finestra sul mondo interrazziale, sul melting pot. Facce di ogni dove, ognuna impegnata a farsi discretamente i cazzi propri, a parlare nella propria lingua, a leggere i proprio giornali o i propri libri.
Meraviglioso.
2 commenti:
Non vorrei fare il guastafeste, ma
riguardo all'atmosfera rilassata
degli aeroporti, dovresti essere
presente al banco di riprotezione
passeggeri dopo la cancellazione
di un volo, oppure al lost and found
quando non arrivano i bagagli...
Bel post, anyway :)
Immagino, immagino. Stamattina mi sono quasi incazzato anch'io, a Skopje. Poi ti racconto.
Ma il post era tutta una scusa per postare la battuta originale che mi ha lasciato più il segno di sempre "fuckin' airport". E' così che s'impara l'inglese.
Posta un commento