Downton Abbey - di Julian Fellowes - Stagioni 1 (7 episodi), 2 e 3 (8 episodi più episodio speciale natalizio) - ITV - 2010/2012
Aprile 1912, Regno Unito. La famiglia Grantham, aristocratici di nobili origini, vive nella grandiosa magione di Downton Abbey da generazioni, circondata da un drappello di servitori, con la loro gerarchia, e affondata nella convinzione di dover perpetrare le tradizioni, alle quali sono ligi. Il capofamiglia, Robert il conte di Grantham, persona generosa ma naturalmente di vedute quantomeno antiche, e la moglie Cora, di origini statunitensi ma di famiglia molto ricca (in realtà, il matrimonio, inizialmente non d'amore, ha salvato la casa e la tenuta, già sommersa dai debiti per una gestione non oculata) hanno tre figlie (quindi, nessun erede) ormai maggiorenni: Mary, fidanzata non felicemente con il cugino Patrick, dal carattere forte e, a prima vista, piuttosto tradizionalista, Edith, bruttina e perennemente in contrasto con Mary, insicura e insoddisfatta, e Sybil, la più giovane, la più bella ma anche la più riflessiva, e che non disdegna le idee innovative e nuovi modi di vedere la vita. Non avendo figli maschi, Robert e Cora vedono nel fidanzamento, e nelle successive nozze di Mary e Patrick, l'unica maniera di mantenere sotto controllo il possedimento.
Tra la servitù, c'è un po' di subbuglio per l'arrivo del nuovo valletto personale del conte, John Bates, ex attendente del conte stesso nella guerra sudafricana, ingaggiato personalmente da Robert per via delle difficoltà di Bates: infatti, Mr. Bates è zoppo, costretto a camminare sorretto da un bastone. Mr. Carson, il capo della servitù, non è soddisfatto della scelta e ha seri dubbi sulla possibilità di Bates di svolgere correttamente il lavoro; mentre Bates diviene immediatamente oggetto di boicottaggio da parte di Thomas, maggiordomo che aspirava al posto, segretamente omosessuale (l'omosessualità era reato fino al 1960 nel Regno Unito), e personaggio particolarmente incline alle trame, e della sua iniziale alleata, Miss O'Brien, cameriera personale di Lady Cora, altro personaggio capace di cattiverie particolarmente ricercate, viene preso in simpatia, per usare un eufemismo, da Anna, capo cameriera e cameriera personale di Lady Mary, mentre il resto del personale rimane a guardare, ma la maggioranza apprezza la misuratezza e la gentilezza di Bates, riconoscendo a Thomas e alla O'Brien un non so che di diabolico.
La notizia del naufragio del Titanic getta la famiglia nello sconforto: a bordo si trovavano sia Patrick (fidanzato "forzatamente" con Mary, ma amato neppure troppo segretamente da Edith), sia il di lui padre James Crawley, cugino di Robert; la morte di Patrick lascia senza eredi "conosciuti" Downton Abbey e la tenuta, per una clausola inserita dal padre di Cora, e quindi, l'erede di Robert diventa così un lontano cugino, Matthew Reginald Crawley, che, orrore, lavora come avvocato a Manchester.
Julian Fellowes, già sceneggiatore di Gosford Park nientemeno che per Robert Altman (ma quel film mi aveva fatto davvero addormentare, nonostante vinse l'Oscar per la sceneggiatura), e di The Young Victoria (direi che con questo l'abbiamo inquadrato piuttosto definitivamente), è uno scrittore, attore e sceneggiatore inglese, che si è guadagnato diversi titoli nobiliari (guardate la sua scheda biografica, ha un nome lungo quanto un lenzuolo), nonché membro conservatore della House of Lords. Con questa serie, entra nella leggenda della sceneggiatura, a mio giudizio e a giudizio di molti altri appassionati di schermi, piccoli e grandi.
Downton Abbey, che in molti avvicinano a Upstairs, Downstairs (in Italia Su e giù per le scale, serie che pare abbia ispirato Gosford Park, tanto per chiudere il cerchio), è un epopea in chiaroscuro di una famiglia nobile, mentre attraversa un periodo di cambiamenti a dir poco epocali. Ma non solo: è la fotografia, piuttosto accurata, di una società divisa rigidamente (upstairs and downstairs, per indicare quelli che abitano sopra, i nobili, i ricchi, i tenutari anche se pieni di debiti, e quelli che abitano di sotto, la servitù), spesso inchiodata da tradizioni alle quali risultano, paradossalmente ma fino ad un certo punto, ancorati maggiormente quelli che occupano le posizioni inferiori. Naturalmente, per finire, Downton Abbey è una serie che spesso ricorda l'andamento delle telenovelas, un romanzo d'appendice, dove intrighi, amore, tragedia la fanno da padrone in modo prepotente.
Detto questo, prima di arrivare alla conclusione, pensate un attimo a Game of Thrones, e poi domandatevi se non sia un po' la stessa cosa. Ecco. Quindi, vale la pena guardare Downton Abbey? Come va di moda rispondere oggi, assolutamente si. Perché, innanzitutto, è scritto divinamente. Perché la messa in scena è sfarzosa e magniloquente, le recitazioni sono tutte e dico tutte incredibilmente perfette, i dialoghi sono magnifici, assicurano commozione e divertimento al tempo stesso, e la "dipendenza" è assicurata: io mi sono visto queste prime tre stagioni, speciali natalizi compresi, in pochi giorni, e non vedo l'ora che riprenda la quarta stagione, visto soprattutto come si è concluso lo special natalizio a chiosa della terza, il 22 settembre.
Progresso, tradizione, cambiamenti, morti, amori, dolori lancinanti, intrighi, sotterfugi, la capacità di piegare gli altri al tuo volere senza prepotenza (specialità del personaggio principe della serie, Lady Violet Crawley, contessa vedova di Grantham, interpretata da un'immensa Maggie Smith, depositaria delle battute migliori dell'intero cast, anche se devo dire che pure il repertorio di Mr. Carson non è affatto male). Tutto ciò è Downton Abbey.
Nel cast anche Elizabeth McGovern (Lady Cora), apparizioni per Iain Glen (Sir Richard Carlisle, ma adesso tutti lo conoscono come il Jorah Mormont di Game of Thrones), Shirley MacLaine (Martha Levinson, la madre di Cora), Charlie Cox (il Duca di Crowborough, già in Boardwalk Empire), Joanne Froggatt (Anna, vista nel Life on Mars inglese), Rose Leslie (Gwen Dawson, presente solo nella prima stagione come housemaid; adesso è Ygritte, non vi dico in quale serie tv). Tra i volti per me "nuovi", Jessica Brown Findlay (Lady Sybil) è quella che mi ha colpito maggiormente.
Paul Giamatti sarà il fratello di Lady Cora nello speciale natalizio che seguirà la quarta stagione.
Prima stagione impeccabile; seconda stagione con un notevole calo nella seconda parte, terza stagione quasi a livello della prima. Uno dei tanti pregi di questa serie è di riuscire a racchiudere una miriade di accadimenti in un solo episodio di 47 minuti, e di essere riuscita a sviluppare una serie infinita di personaggi, caratterizzati minuziosamente. In Italia, la prima stagione è stata trasmessa doppiata prima da Rete 4, ma era una versione internazionale con episodi tagliati e ridotti a 4 per stagione; la versione integrale, sempre doppiata, è stata poi trasmessa da DIVA Universal. La seconda stagione, andata su Rete 4, era semplicemente doppiata, ma rispettava il formato originale; la terza stagione in Italia è ancora inedita (ma sapete come fare...).
Ve l'ho già detto più volte: non abbiate paura di telenovelizzarvi. Downton Abbey è un prodotto di altissima qualità.
Nessun commento:
Posta un commento