No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130917

le mie prigioni 2

Da Le Monde, tradotto da Internazionale, numero 1017

Un paese che affonda
di Philippe Ridet
Il voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi e il recupero della Costa Concordia hanno dei tratti in comune

Chi arriverà prima? Gli operai, i sommozzatori, gli ingegneri che devono tirare su il relitto della Costa Concordia, incagliata da due anni all’entrata del porto dell’isola del Giglio? Oppure i 321 senatori della repubblica chiamati a pronunciarsi sulla decadenza di Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva il 1 agosto per frode fiscale a quattro anni di reclusione, con pena ridotta a un anno per effetto dell’indulto? Nel primo caso si tratta di far riemergere completamente una nave di 45mila tonnellate, una procedura indispensabile per trainarla, nell’estate del 2014, nel porto in cui sarà demolita. Nel secondo caso si tratta di porre fine alla carriera politica di un uomo il cui lungo regno sarà ricordato per l’immobilismo, il conflitto di interessi, la litania dei suoi processi (una trentina dal 1992) e il contrasto permanente tra i suoi sostenitori e i suoi avversari, una lotta dallaquale l’Italia esce sfinita. Le operazioni di recupero della Costa Concordia dovrebbero cominciare a metà settembre, tempo permettendo. Il 9 settembre si è riunita per la prima volta la giunta per le elezioni del senato, che a ottobre dovrebbe pronunciarsi sulla sorte di Berlusconi. Due sfide per l’Italia, una tecnologica e l’altra democratica. Dal loro successo dipende in gran parte l’immagine del paese che prima Mario Monti ha tentato e oggi Enrico Letta tenta di ripristinare. Sono tutte e due procedure inedite. Da un lato, non è mai successo che si provasse a recuperare una nave così grande: 289 metri di lunghezza per 35 di larghezza. Dall’altro, bisogna applicare la “legge Severino”, votata alla fine del 2012 e mai applicata fino a oggi, in base alla quale chi deve scontare una condanna superiore ai due anni di carcere non può fare il parlamentare. In entrambi i casi i rischi sono enormi. Se la nave – non si conoscono di preciso le condizioni della parte di scafo sommersa – si dovesse spezzare, l’arcipelago toscano correrebbe un gravissimo pericolo di inquinamento. Sul fronte politico, se i senatori dovessero votare contro la decadenza di Berlusconi da senatore, l’Italia sarebbe ancora una volta indicata come una “anomalia” dove i politici possono evitare il rigore delle leggi che hanno votato. Se invece dovessero mettere fine alla carriera politica di Berlusconi, si esporrebbero alla sua minaccia di far cadere il governo con il rischio di far piombare il paese in una nuova fase d’instabilità.
Quando, il 13 gennaio del 2011, la Costa Concordia ha urtato uno scoglio vicino al porto del Giglio, Silvio Berlusconi aveva lasciato il potere da due mesi. La personalità del comandante Francesco Schettino – spaccone, seduttore e imbrillantinato –, che ha abbandonato la nave prima che le operazioni di salvataggio fossero concluse, ha ricordato agli italiani i problemi del presidente del consiglio. Un crudele gioco di specchi in cui il Cavaliere era stato sostituito, da un punto di vista simbolico, da questo capitano di operetta.
Facciamo un sogno
Le persone che lavorano intorno allo scafo devono riparare un mastodonte immobile, ma anche l’errore di un uomo che ha causato la morte di 32 persone. Sono tanti gli italiani che si sono sentiti offesi dalla vigliaccheria e dall’incompetenza di Schettino. Lo stato italiano si è costituito parte civile nel processo in corso al tribunale di Grosseto, perché pretende da Schettino i danni per aver leso l’immagine dell’Italia. Questa stessa fragile “immagine” è in gioco al senato. Aggrappandosi al suo mandato dopo aver esaurito tutti i ricorsi possibili, tenendo sotto scacco permanente il suo paese, rivitalizzando un conflitto tra i “giudici di sinistra illegittimi” e i “milioni di elettori” che hanno votato per il suo partito, Silvio Berlusconi continua a danneggiare l’Italia. Attraverso il voto a scrutinio segreto i suoi colleghi senatori avranno la possibilità di “colpirlo” duramente, addirittura di “affondarlo”, si spera una volta per tutte. Pronti alla gara? Il Partito democratico per ora ostenta una posizione inflessibile. “La legge è uguale per tutti”, giurano. Lo stesso vale per il Movimento 5 stelle e, in misura minore, per il partito centrista di Mario Monti. Sulla carta c’è una maggioranza favorevole alla decadenza di Silvio Berlusconi. Intanto sull’isola del Giglio i tecnici scommettono sul successo del recupero. Facciamo un sogno: entro un anno la Costa Concordia farà il suo ultimo pericoloso viaggio e Silvio Berlusconi sarà costretto ad andare in pensione. L’Italia se lo merita.
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Questo signore, anche se francese, ci vuole bene, in fondo.

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