Il fondo del catalano La Vanguardia ha un che di malinconico. Tradotto da Internazionale numero 1017.
La decadenza di Berlusconi
Silvio Berlusconi, quattro volte presidente del consiglio e da vent’anni figura centrale della politica italiana, è coinvolto in una serie di processi per i quali si calcola che i suoi avvocati gli siano costati circa 300 milioni di euro. La cifra basta a darci un’idea della sua frenetica vita giudiziaria. Poi ci sono le sentenze. Per citare solo l’ultima, ricordiamo la condanna dell’ottobre 2012 a quattro anni per frode fiscale, confermata dalla cassazione ad agosto. Fino a oggi Berlusconi ha navigato senza naufragare in queste acque tempestose. Il sostegno incondizionato del suo impero televisivo, il suo talento di manipolatore e il potere accumulato negli anni sono stati gli strumenti del suo successo. Ma oggi sembra che intorno a lui il cerchio si stia chiudendo. Il suo ultimo tentativo per ottenere l’impunità è il ricorso presentato qualche giorno fa alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Così spera di non decadere dalla carica di senatore e che non gli sia vietato di partecipare alle prossime elezioni. Berlusconi si riiuta di accettare una fine così disonorevole della sua carriera politica. Ma non gli sarà facile sfuggire al destino che si è costruito con tanto impegno. La cosa più inquietante di questo pasticcio è che sembra determinato a restare al suo posto a qualsiasi costo. Anche a quello di far cadere il governo Letta, di cui fanno parte vari ministri del Popolo della libertà. Se c’è una cosa di cui l’Italia oggi non ha bisogno, con tassi d’interesse sui titoli di stato già al livello spagnolo, è affrontare una crisi di governo che turbi la sua fragile stabilità. Quindi Berlusconi sbaglia a minacciare di far cadere il governo Letta se non accetta di compiacerlo dopo la sua lunga e peculiare carriera politica. A quasi 77 anni, ormai dovrebbe aver imparato che gli interessi privati non possono essere anteposti a quelli del paese. Eppure continua ostinatamente a farlo.
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