The Revenant - di Alejandro González Inárritu (2015)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
North Dakota, 1823. Hugh Glass è un esperto trapper, è stato sposato con una donna della tribù Pawnee. La donna è stata uccisa anni prima da dei soldati americani, ma gli ha lasciato un figlio, Hawk. Hawk e Hugh stanno guidando una spedizione in una battuta di caccia, alla ricerca di pelli. La spedizione viene attaccata da un gruppo di indiani Arikara; 33 uomini della spedizione vengono uccisi, il resto, compresi Hugh ed il figlio, sopravvivono e fuggono sul loro battello lungo il fiume. Poco dopo, su consiglio di Glass, la spedizione abbandona il battello, nasconde le pelli, ed intraprendono il cammino verso il loro villaggio attraverso i boschi, in modo da non venir accerchiati dagli Arikara.
Glass viene attaccato da una femmina di Grizzly, e ridotto in fin di vita. Il Capitano Henry, comandante della spedizione, lo fa trasportare fin dove possibile, poi, di fronte a delle alture, è costretto a lasciarlo dove si trova, ma lascia Hawk, il giovane Bridger, e il cacciatore Fitzgerald (che non sopporta Glass, e che rimane solo perché gli viene promessa una ricompensa), con la promessa di vegliarlo fino alla morte, e dopo, dargli una degna sepoltura. Fitzgerald, non appena la spedizione riparte, diventa insofferente, e la storia prende una piega del tutto diversa da come la voleva il Capitano Henry. Quello che Fitzgerald innesca è uno spietato inseguimento, che durerà fino all'ultimo respiro, e all'ultima goccia di sangue.
Sarò breve. Sono un fan di Inárritu della prima ora: ho amato Amores Perros alla follia, così come 21 grammi. Mi è piaciuto Babel, non troppo Biutiful seppur abbia colto il suo fascino, ed ho apprezzato Birdman come un audace esperimento di portare il cinema d'autore al grande pubblico.
Non sono un fan di DiCaprio, ma non ho mai negato che è un bravissimo attore. Anche in questo film fa un grandissimo lavoro, probabilmente vincerà l'Oscar anche se se lo sarebbe meritato per altri film precedenti, ma questo lo sentirete dire da tutti quindi dimenticatevi l'abbia detto io: però non dimenticatevi, come fanno in molti, che in questo film c'è il solito, cazzutissimo Tom Hardy nella parte dello stronzissimo Fitzgerald, che tiene testa a DiCaprio alla grande. Qualcosa vorrà dire.
Il film? E' un film normalissimo, una storia trita e ritrita, di vendetta e rivincita, girata in scenari meravigliosi: molti hanno detto che sembra un documentario del National Geographic? Hanno ragione.
Conclusione: Inarritu era figo finché ha avuto dalla sua parte, come sceneggiatore, Guillermo Arriaga. Adesso è "solo" un bravo regista: ogni tanto ha delle belle intuizioni, ogni tanto no. Stavolta si è ispirato al libro omonimo di Michael Punke, ispirato a sua volta alla vera storia di Hugh Glass, ma l'aveva già fatto Man in the Wilderness (Uomo bianco, va col tuo dio!) nel 1972. Quel film è stato catalogato come western revisionista: nessuno ha pensato che pure questo The Revenant lo è (gli indiani son delle merde assurde, a parte un paio, e il rapimento della figlia del capo Arikara mi pare un'aggiunta messa lì per bilanciare il tutto)? Paradossale, girato da un messicano.
Polemiche a parte, non è 'sto gran film.
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