A Perfect Day - di Fernando Leòn De Aranoa (2015)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Bosnia 1995. Mambrù, B e Sophie sono degli operatori di un'organizzazione non governativa che opera in aiuto delle popolazioni civili colpite dagli effetti della guerra. Mambrù e B sono dei veterani, hanno centinaia di storie alle loro spalle. B vive per questo lavoro, nonostante non paia mai serio, non ha nessuno che lo aspetta a casa. Mambrù sta per sposarsi, e sta pensando di lasciare questo lavoro. Sophie è nuova, e i due, ognuno a modo loro, cercano di aiutarla a superare le difficoltà di operare in scenari di guerra. Li accompagna l'interprete Damir.
Il film abbraccia l'arco di circa 24 ore (A Perfect Day, che magicamente nella versione italiana perde l'articolo A); il "giorno" comincia mentre i quattro sono alle prese con un cadavere che una delle forze in campo, come regalo di buonuscita (la guerra è ufficialmente terminata, ma le scaramucce continuano), ha lasciato in un pozzo di un minuscolo villaggio sulle montagne. Il pozzo è quindi inquinato, e gli abitanti della zona sono costretti a comprare l'acqua per la loro sopravvivenza al mercato nero. Mambrù e gli altri devono prima riuscire ad estrarre il corpo dal pozzo per poi poter bonificarlo. Le loro risorse sono limitate, e spesso improvvisate. La corda che stanno usando per sollevare il cadavere, già di un uomo grasso, per di più gonfiato dall'acqua, si spezza. Il problema di oggi è trovare un'altra corda. La squadra torna al campo base, dove li aspettano diverse sorprese.
Nonostante per qualcuno suonerà nuovo, conosco piuttosto bene il regista spagnolo (i film nuovi servono sempre: mi sono accorto che mi sono perso il precedente Amador, che adesso devo assolutamente recuperare anche perché la protagonista è quella Magaly Solier che ci ha affascinato tutti con Il canto di Paloma). Qui alle prese col suo primo film in lingua inglese e con un cast internazionale, ha avuto risultati alterni in passato, dimostrando però una particolare attenzione alle problematiche sociali tutte, il che me lo rende particolarmente simpatico, nonostante, se digitate "aranoa" nel campo di ricerca del blog e cliccate "cerca", troverete soprattutto giudizi negativi, forse perché dall'autore di un bel film come I lunedì al sole ci si aspettano sempre cose sobrie e toccanti senza scorciatoie emozionali.
Ecco, con questo A Perfect Day, Aranoa torna quasi ai livelli di Los lunes al sol. Tratto dal libro Dejarse llover di Paula Farias, il film, che per dirla tutta ricorda tantissimo il capolavoro No Man's Land, un po' come storia, un po' come attitudine, è, appunto, sobrio, nonostante il cast, divertente, nonostante lo sfondo e la contestualizzazione, e riesce a commuovere solo quando lo spettatore ripensa alla storia, senza le facili scorciatoie emozionali che riempiono di melassa i soliti drammi, e che a volte hanno tentato anche Aranoa in passato.
Non è un film che prenderà troppi premi, ma è un film che fa bene all'anima (e mostra che i danni non li fa solo la guerra, purtroppo).
Benicio del Toro è Mambrù, Tim Robbins è B, Mélanie Thierry è Sophie, Olga Kurylenko è Katya, Fedja Stukan è Damir, Sergi Lopez è Goyo. Tutti bravi e misurati, compreso Tim Robbins in una parte che avrebbe potuto portare ad andare sopra le righe.
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