Utopia - Bjork (2017)
Tutti sull'attenti, Bjork è tornata. Nono disco, un disco che guarda con ottimismo al futuro, un futuro che lei vorrebbe essere al tempo stesso tecnologico e naturalistico, un disco d'amore che si contrappone al precedente Vulnicura, che derivava dal dolore di un amore finito (la sua separazione da Matthew Barney). L'islandese tiene fede alla sua fama di avanguardista: il disco è pensato fin dall'inizio insieme ad Arca (con il quale aveva già collaborato sul precedente Vulnicura, ma in quel caso il venezuelano era subentrato a composizioni già ultimate, mentre qua ha partecipato massicciamente alla composizione, oltre che alla produzione), quindi molto elettronico e pieno di synth, ma al tempo stesso, si basa sull'uso di un gruppo di flautisti (ben 13), e dell'Hamrahlid Choir. Non ultimo, l'uso di campionamenti di suoni "naturali", di insetti e uccelli, registrati all'esterno dalla stessa artista, o tratti da Hekura di David Toop (uno degli album preferiti da Bjork). Completano il quadro arpa, violoncello e contrabbasso. Forma canzone ormai un flebile ricordo, atmosfera al tempo stesso potente e rarefatta, creazioni musicali che trasportano l'ascoltatore in un universo parallelo. La musica classica contemporanea, forse. Bjork sempre qualche passo avanti, rispetto a tutti gli altri.
Attention everyone, Bjork is back. Ninth disc, a record that looks with optimism to the future, a future that she would like to be both technological and naturalistic, a love record that contrasts with the previous Vulnicura, which derives from the pain of a finished love (her separation from Matthew Barney). The Icelandic keeps faith with her reputation as an avant-garde artist: the disc is thought from the beginning together with Arca (with whom she had already collaborated on the previous Vulnicura, but in that case the Venezuelan had taken over already completed compositions, while here he participated massively to the composition, as well as to the production), therefore very electronic and full of synth, but at the same time, is based on the use of a group of flutists (as many as 13), and of the Hamrahlid Choir. Last but not least, the use of "natural" sound samples, of insects and birds, recorded on the outside by the artist herself, or taken from David Toop's Hekura (one of Bjork's favorite albums). The picture is completed by harp, cello and contra bass. The song-form now it's a faint memory, the atmosphere is, at the same time, powerful and rarefied, the musical creations transport the listener in a parallel universe. Contemporary classical music, perhaps. Bjork is always a few steps ahead, compared to everyone else.
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