The Sciences - Sleep (2018)
Il 2018 ci regala anche il disco di ritorno degli ormai leggendari Sleep. Formatisi a San Jose, California, agli inizi del 1990, autori di tre dischi e affermatisi come colonna dello stoner/doom metal, si sciolsero nel 1998 dopo vari litigi con la loro etichetta discografica di allora. Matt Pike, chitarra e voce, formò gli High on Fire, Al Cisneros (basso) e Chris Hakius (batteria) formarono gli Om. Nel 2009 si riunirono per un paio di concerti, nel 2010 Hakius decide di smettere con la musica, viene rimpiazzato da Jason Roeder (Neurosis), e finalmente, quest'anno sono pronti con questo nuovo album, che li riafferma come maestri del genere. Sei pezzi in tutto, molti dei quali ben più lunghi di 5 minuti, e quindi belli espansi, un suono moderno e antico al tempo stesso, omaggio ai Black Sabbath (un pezzo si intitola Giza Butler, fate voi), riff pesantissimi, basso sugli scudi, batteria pesantissima, pezzi iper-robusti. Quello che ci vuole per non dimenticare le radici.
The 2018 also gives us the come back album of the legendary Sleep. Formed in San Jose, California, in the early 1990s, authors of three records and established as a column of stoner/doom metal, they broke up in 1998 after several quarrels with their record label at the time. Matt Pike, guitar and vocals, formed the High on Fire, Al Cisneros (bass) and Chris Hakius (drums) formed the Om. In 2009 they gathered for a couple of concerts, in 2010 Hakius decides to stop with the music, he was replaced by Jason Roeder (Neurosis), and finally, this year they are ready with this new album, which reaffirms them as masters of the genre. Six tracks in all, many of which are much longer than 5 minutes, and therefore well expanded, a modern and ancient sound at the same time, homage to Black Sabbath (a track is called Giza Butler, you figure it out), heavy riff, bass guitar in evidence, heavy drumming, hyper-robust tracks. What it takes to not forget the roots.
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