La gestazione di questo sesto disco della band di Sheffield, descritta da Jazz Monroe su Pitchfork (in una recensione di quelle che ti fanno venire voglia di smettere di scrivere, tanto non ce la farai mai ad arrivare a quel livello), ha già un che di leggendario. Devo rimarcare ancora una volta che sono un nostalgico degli AM degli esordi, dei quali cantai le lodi in tempi non sospetti. Detto questo, il disco in questione è una svolta clamorosa, seppure tenendo conto delle scappatelle della mente della band, Alex Turner, con i The Last Shadow Puppets, ce lo saremmo anche potuti attendere. Il disco infatti è molto più vicino da questi ultimi rispetto agli AM, tanto che la definizione più semplice potrebbe essere quella di psychedelic pop, musica che pesca dalla tradizione pop-rock da Elvis in poi, suoni spiazzanti (che Turner, per rendere l'effetto ancor più straniante, ha sovrapposto alle versioni demo registrate a casa) sui quali sempre Turner, ormai mattatore definitivo e già figura di culto, innesta delle liriche criptiche, visionarie, allegoriche, divertenti con molti riferimenti all'attualità mascherati da nonsense, influenzate da Fellini, Kubrick, il David Foster Wallace di Infinite Jest e il Neil Postman di Amusing Ourselves to Death. Ora, siccome le canzoni le sa scrivere, ce ne sono diverse che, nonostante il genere non mi piaccia, sono molto belle, mentre altre mi lasciano molto perplesso. Epperò, non posso non ammettere che ci vuole un gran coraggio per fare un disco del genere.
The gestation of this sixth record of the band of Sheffield, described by Jazz Monroe on Pitchfork (in a review of those that make you want to stop writing, you'll never make it to that level), is already legendary. I must point out once again that I am a nostalgic of the early AM, of which I sang the praises in unsuspecting times. That said, the record in question is a resounding turning point, although taking into account the escapades of the band's mind, Alex Turner, with The Last Shadow Puppets, we could have even waited for it. The disc is in fact much closer to the latter, than to the AM, so that the simplest definition could be that of psychedelic pop, music that draws from pop-rock tradition from Elvis forward, unsettling sounds (that Turner, to make the effect even more alienating, overlapped with the demo versions recorded at home) on which always Turner, now a definitive matador and already a cult figure, grafting cryptic lyric, visionary, allegorical, funny with many references to current masked by nonsense, influenced by Fellini, Kubrick, David Foster Wallace by Infinite Jest and Neil Postman by Amusing Ourselves to Death. Now, as he really knows how to write the songs, there are several that, despite the genre, that I do not like, are very beautiful, while others leave me very perplexed. Despite all of this, I have to admit that it takes great courage to make a record like that.
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