Il mare dove non si tocca - Fabio Genovesi (2017)
"Ah, oggi è il tuo compleanno?" Ho fatto di sì. "E allora auguri! Quanti anni fai?" "Sei" ho detto. E ho anche fatto il numero con le dita. "Bravo. E' un giorno speciale. E sai come si festeggia un giorno così speciale? Con un bel gelato. Ce l'hai un po' di spazio nella pancia?"
Ho fatto di sì, così forte che la testa quasi si staccava dal collo e rotolava fino all'Ape per mangiare il gelato prima del resto del corpo.
Il Villaggio Mancini è una strada privata senza sfondo, una sorta di frazione non ufficiale di Forte dei Marmi. Lì vive Fabio, sei anni, due genitori e una decina di nonni. In realtà, sarebbero zii: i numerosi fratelli di suo nonno, tutti mai sposati, per una leggendaria maledizione, che vivono tutti lungo questa strada, e tutti che si "contendono" la compagnia del piccolo Fabio, portandolo con loro nelle loro attività ricreative tutte decisamente non da bambini: caccia, pesca, eccetera. Quando comincia la scuola, Fabio scopre che esistono altri bambini della sua età, che hanno molti amici e che giocano e si divertono con attività a lui sconosciute. La madre, affettuosa e protettiva, e il padre, di pochissime parole ma che riesce a riparare qualsiasi cosa, lo crescono con amore, insieme a questa famiglia allegra e caotica, finché un avvenimento imprevedibile sconvolge le loro vite.
Ognuno ha i suoi gusti, ma la stagione più bella è l'estate e su questo non ci sono discorsi. E' così più bella che le altre stagioni girano intorno a lei, e anche se hanno i loro nomi e i loro frutti, nel tuo cuore le pensi in un modo solo:
Autunno: oh no, l'estate è finita.
Inverno: l'estate è troppo lontana.
Primavera: dài che ci siamo quasi, dài dài dài!
E poi, finalmente, l'estate torna.
Sempre bravissimo Fabio Genovesi, con quel suo tocco locale, ma universale, a raccontare storie inventate, ma probabilmente non troppo, e a riuscire a far immedesimare il lettore in un bambino che cresce, e alle infinite sensazioni ed emozioni che ti travolgono dai sei anni all'adolescenza. Sarò anche di parte, perché personalmente mi sta simpatico, ma sono convinto che sia un tesoro della letteratura contemporanea italiana.
Lì per lì non me ne sono accorto, ero troppo emozionato per queste famose scuole medie, che stavo iniziando: nella storia della mia famiglia non c'era mai arrivato nessuno e allora già così ero diventato lo scienziato del Villaggio Mancini, un sapiente da interpellare nelle questioni complicate.
Always very good Fabio Genovesi, with his local touch, but universal, to tell stories invented, but probably not too much, and to be able to empathize the reader in a growing child, and the infinite feelings and emotions that overwhelm you from six years to adolescence. I will also be biased, because I personally like it, but I am convinced that he is a treasure of contemporary Italian literature.
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