Memories of Murder - Di Bong Joon-ho (2003)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Nell'ottobre 1986, due donne vengono trovate stuprate e assassinate in una fossa vicino a un campo. Il detective locale Park Doo-man, non avendo mai affrontato un caso così grave prima, è sopraffatto - le prove chiave sono raccolte in modo improprio, i metodi investigativi della polizia sono sospetti e la loro tecnologia forense è quasi inesistente. Park afferma di avere un modo per determinare i sospetti attraverso il contatto visivo. Apprnde dalla sua ragazza che un ragazzo mentalmente ritardato, Baek Kwang-ho, risiede in città e decide di interrogarlo per primo. Lo trova e usa il suo metodo di contatto visivo, istintivamente pensando che Baek sia responsabile. Park fa in modo che il suo partner Cho faccia confessare Baek e lo registri segretamente mentre parla di uno degli omicidi.
Il secondo film del regista coreano è ispirato alla storia del primo serial killer coreano (Lee Choon-jae), e lascia intravedere, al netto del film che non è un capolavoro, l'attitudine capace a 360 gradi del regista stesso, di saper affrontare qualsiasi genere con un piglio personale e creativo.
The second film of the Korean director is inspired by the story of the first Korean serial killer (Lee Choon-jae), and allows us to glimpse, despite the film is not a masterpiece, the 360 degree capable attitude of the director himself, of knowing how to deal with any genre with a personal and creative attitude.
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