Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Normandia, 1819. Il barone Simone-Jacques Le Perthuis e sua moglie Adelaide hanno una figlia, Jeanne, la cui amica è la loro serva Rosalie, della sua stessa età. Dopo aver incontrato il visconte Julien de Lamare si innamora di lui e presto si sposa. Ma Jeanne scopre che Julien le è stato infedele proprio con Rosalie, che, incinta di lui, viene licenziata. Sebbene Jeanne perdoni Julien, lui continua a fare il donnaiolo, questa volta con una vicina Gilberte de Fourville. Jeanne cerca con il prete locale di trovare una via d'uscita dalla sua infelicità. Quando Julien viene ucciso dal marito di Gilberte, il figlio di Jeanne, Paul, in cattive condizioni di salute viene educato a casa prima di essere mandato in collegio all'età di 12 anni. Paul in seguito si innamora di una prostituta, accumula enormi debiti e, ancora inetto di fronte alla vita, scappa a Londra, scrivendo regolarmente per chiedere soldi a sua madre ma senza farle visita. A 42 anni, Jeanne è sola, fatta eccezione per Rosalie, che è tornata per aiutare la sua amica d'infanzia. L'ultima frase del film (e del libro) è "La vita, vedi, non è mai così bella o così brutta come si pensa".
Il regista francese è bravo e capace, qualunque cosa decida di dirigere e di mettere in scena. Qui è alle prese con, nientemeno, Guy de Maupassant, ed il suo romanzo omonimo, con un cast franco-belga di prim'ordine. Risultato toccante.
The French director is good and capable, whatever he decides to direct and stage. Here he deals with, none other than, Guy de Maupassant, and his novel of the same name, with a first-rate Franco-Belgian cast. Touching result.
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