Domenica 8 febbraio
Sveglia e colazione. Tutto pronto, meno qualcosa da mangiare per il viaggio (facciamo tesoro di questa dimenticanza), via, si parte. Per prima cosa, c'è da tornare verso l'interno, per riprendere la Panamericana. E' come attraversare un deserto, e ogni tanto ci sono dei punti, naturalmente in concomitanza con i corsi d'acqua, c'è una zona verde.
Tanto per darvi un'idea:
La foto di Dria rende piuttosto bene l'idea. Ogni tanto, in zone come questa, si vedono le indicazioni di una città, e cose del genere (sempre foto di Dria, io ero impegnato a guidare):
Non sembra che siano abitate, ma è come se le persone che se lo possono permettere, abbiano acquistato in anticipo una baracca in un luogo del genere, probabilmente perché il progetto del governo è di farci arrivare l'acqua, e di costruirci un nuovo insediamento urbano. Come che sia, si prosegue spediti, e si entra dopo poco in una zona con molti spazi verdi, dopo di che si arriva a Ica, la capitale della provincia. La fendiamo come coltello nel burro, e tiriamo dritto. La direzione, per adesso, è la seguente (Dria):
Ci sono altri 143 chilometri per Nasca; abbiamo già fatto un piano, per le linee. Dria soffre di vertigini, e mi ha fatto capire chiaramente che non se la sente di prendere quegli aerei per vedere le linee dall'alto. Io, con la mia deformazione professionale, mi rendo conto che non possiamo fermarci per ogni cosa, e il trasferimento di oggi è, e rimarrà, il più lungo e il più impegnativo di tutti. Quindi, scorrendo la Lonely Planet di Dria, ecco l'alternativa: una torretta alta 10 metri, in posizione strategica, esattamente lungo la Panamericana, dove si può salire al prezzo di pochi Soles, per osservare un paio di "disegni". Con la guida sicura, arriviamo alla torretta prima delle 12. Eccola, nella foto di Dria:
Ed ecco quello che si riesce a vedere da lì; le due figure visibili sono L'albero e Le mani.
E poi, si riprende a guidare. Ci vuole una certa concentrazione, visto le molte curve...
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