Serena - di Susanne Bier (2014)
Giudizio sintetico: da evitare (1/5)
North Carolina, Stati Uniti d'America, anni '20, la Grande Depressione. George Pemberton è un benestante imprenditore dell'industria del legno, che tratta i suoi dipendenti relativamente con rispetto. Buchanan è il suo socio fidato. George è scapolo, ma intrattiene una relazione puramente fisica con una giovane a servizio da lui, Rachel. Recatosi a Boston per affari, va a trovare la sorella, e con lei va all'ippodromo cittadino, dove nota una ragazza bionda che cavalca uno splendido cavallo bianco. La sorella aggiunge qualche particolare intrigante, Serena è il nome della bionda, unica rimasta di una famiglia benestante che lavorava nel legname. Serena è nota per non tirarsi indietro davanti ad attività, anche lavorative, che fino ad allora sembravano riservate agli uomini. George è intrigatissimo. Si presenta, e fa colpo. Dopo poco tempo, i due si sposano. George torna in North Carolina e presenta la moglie. Buchanan si dimostra subito diffidente, mentre pian piano, i dipendenti di Pemberton eleggono Serena come loro eroina.
Leggo che per questo film, la regia doveva essere affidata a Darren Aronofsky. Forse si è risparmiato una cagata colossale, passandola però all'amata danese Bier. La parte di Serena doveva essere di Angelina Jolie. Jennifer Lawrence (Serena), che pur da queste parti rispettiamo, qua è deludente quasi quanto Bradley Big Jim Cooper (George Pemberton). E' difficile che i cambi in corsa portino a capolavori. Il problema è che qua siamo davanti a una merda di dimensioni galattiche. Ho dovuto rivedere il film per due volte di seguito, ma non sono riuscito a non addormentarmi più volte. Ho intravisto il finale ad occhi semichiusi. Scopro tra l'altro che il finale è stato completamente cambiato rispetto all'originale. Si, perché il film è tratto dall'omonimo libro (attenzione: in Italia però il film è uscito col titolo di Una folle passione) scritto da Ron Rash.
Ho paura che la cagata parta dal libro; anche se Susanne Bier ci ha abituato ad alti (molti) e bassi (pochi, ma sonori), vorrei continuare a darle un poco di credito.
Nel cast anche Rhys Ifans (Galloway), Toby Jones (McDowell), e, a proposito di cagate, due attori che erano presenti anche nel cast del televisivo The Borgias: Sean Harris, qui Campbell, e la splendida rumena Ana Ularu (Rachel), che è stata davvero l'unica cosa che mi ha tenuto (un po') sveglio durante la doppia visione.
Avete capito che fare.
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