Vientos de agua - di Juan José Campanella (2006) - Miniserie in 13 episodi - Telecinco/Canal 13
1934, Asturie, Spagna. José Olaya, anarchico di 19 anni, lavora insieme al padre e al fratello Andrés nella miniera di carbone che sostenta tutto il paese di cui è originario. Un giorno, Andrés si accorge di una fuga di gas, ma il capo operaio si oppone alla sua richiesta di far evacuare i lavoratori; lui disobbedisce, e comincia a far scappare tutti. Il gas provoca un'esplosione con conseguente frana, ed oltre ad altri, Andrés rimane gravemente ferito. Il padre e José lo portano a morire a casa, circondato dalla famiglia. José, frustrato, decide di far saltare in aria la miniera. Poco dopo è identificato, e la Guardia Civil si mette subito sulle sue tracce. La madre lo implora quindi di fuggire in Argentina, sulla prima nave in partenza dal vicino porto, prendendo con sé i soldi che proprio il fratello Andrés aveva messo da parte per fare la stessa cosa. José quindi fugge, assumendo l'identità del fratello. Da quel giorno, si chiamerà Andrés. Inizia così la (maggior) parte della sua vita argentina.
Nel 2001, in Argentina la crisi economica è sul punto di cominciare. Ernesto Olaya è il figlio minore di José/Andrés (che nel frattempo è naturalmente invecchiato, ma rimanendo in buona forma), è un architetto di Buenos Aires che sta soffrendo della assoluta mancanza di lavoro. Insieme alla moglie e ai due figli, comincia a pensare seriamente di emigrare in Spagna. Non tutti sono d'accordo, in famiglia, ma Ernesto è deciso. Quando sta per comprare i quattro biglietti aerei, ecco il cosiddetto Corralito: conti correnti bloccati, e bancomat che non elargivano più banconote. Il padre gli offre denaro sufficiente per comprare un solo biglietto. Ernesto è costretto a prendere la decisione più difficile della sua vita, fino ad allora: partire da solo, lasciando moglie e figli a Buenos Aires. A Madrid, dopo pochi giorni, si ritrova già disperato, quando conosce Ana, una giovanissima cameriera dal cuore enorme, che lo aiuta a trovare un appartamento condiviso, in un palazzo che ospita praticamente solo immigrati. Ernesto dovrà dividere l'appartamento con Mara, una giovane (e bellissima) immigrata colombiana che lavora anche lei come cameriera. Ernesto si scontra con la burocrazia spagnola e la diffidenza nei confronti degli immigrati, e fatica a trovare lavoro come architetto. Inizia così la sua parte di vita spagnola...
Su segnalazione dell'amica Juli, mi sono messo sulle tracce di questa mastodontica opera del regista argentino Campanella, Oscar per Il segreto dei suoi occhi e autore di una serie di film che a me sono piaciuti proprio tanto. E' stata una storia tormentata, quella di Vientos de agua, co-produzione ispano-argentina, pare anche piuttosto dispendiosa, che ha debuttato su Telecinco il 3 gennaio 2006 in prime time, per poi essere spostata rapidamente alla fascia oraria, e poi essere sospesa dopo pochi episodi, per mancanza di spettatori. Il 21 di maggio dello stesso anno, invece, fece il suo debutto argentino su Canal 13, dove è stata emessa fino in fondo, anche se con vari cambi di orario, e, anche lì, senza incontrare grande successo di audience. L'uscita in DVD è stata, paradossalmente, un successo: è stata una delle serie più vendute in Spagna. La critica è stata spesso entusiasta, criticando, pensate un po', gli spettatori che non avevano premiato questa serie. HBO Latino America ha riprogrammato la serie nel 2007, che poi è stata riprogrammata nel 2009 sulla tv pubblica argentina, Canal 7.
Ora, magari non è una roba che può interessare tutti. A me, appassionato di cultura ispanica e di latinoamerica, con uno spiccato amore per l'Argentina, è stata una visione appassionante e coinvolgente, a dispetto di alcune pecche stilistiche (le riprese sulla nave, inguardabili), e qualche recitazione non proprio impeccabile (spiace dirlo, ma giudicando e ricordando a "bocce ferme", la recitazione meno fluida risulta proprio quella di Giulia Michelini (Distretto di Polizia, Ricordati di me, La ragazza del lago, Cado dalle nubi, una delle due italiane del cast) nella parte di Gemma adulta, seppure la sua bellezza acqua e sapone offuschi un po' i difetti recitativi.
La visione è senza dubbio, in alcuni momenti, impegnativa, a causa della costruzione di una storia così complessa e distribuita lungo circa 3/4 di un secolo, e che quindi necessita di una serie infinita di flashback; c'è poi, al momento della partenza di Ernesto per la Spagna, la necessità di sdoppiare lo sfondo dell'azione del 2001, il che porta ad una moltiplicazione delle linee di trama. E' naturale, quindi, che si debba essere decisamente interessati alla storia che circonda gli avvenimenti; di certo, Campanella e la sua squadra di sceneggiatori, ce la mettono tutta per costruire una trama avvincente, e costruiscono da una parte, un personaggio tremendamente affascinante per il suo carattere forte e distintivo (José/Andrés), dall'altra quasi l'esatto opposto col figlio Ernesto, sempre pieno di dubbi ed incertezze, un personaggio che non poteva essere interpretato se non dal bravo Eduardo Blanco, che molti di voi ricorderanno ne Il figlio della sposa (El hijo de la novia) come l'amico del protagonista (altro film di Campanella, parte di una trilogia che comprendeva prima El mismo amor, la misma lluvia, e dopo Luna de Avellaneda, dove Blanco intepretava sempre l'amico del protagonista, che era sempre Ricardo Darín).
Padre e figlio Héctor ed Ernesto Alterio impersonano José/Andrés Olaya in maniera davvero personale e coinvolgente; splendido il lavoro del resto del cast, dove spiccano Pablo Rago (Juliusz), Pilar Punzano (Laia) e Caterina Murino (Sophie), che recita in castigliano (spagnolo) con accento francese.
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