Si scende al cimitero musulmano, dove è sepolto anche l'ex presidente Izetbegovic, grande figura storica, anche se è morto nel 2003, proprio perché fu presidente durante la guerra.
Si attraversa la città, si butta un occhio sulla zona olimpica, qui vanno ancora molto fieri delle Olimpiadi invernali del 1984, e si arriva al nuovo ospedale, che è proprio accanto a quello vecchio, famoso perché il reparto di pediatria fu bombardato e attaccato dai serbi.
Il tocco finale è la visita al tunnel. Inutile dirvi che qua è diventato storia, al punto che la strada dove sorge la casa, adesso museo, della vecchina che nascondeva l'accesso al tunnel in cantina, adesso si chiama "via del tunnel". La storia, forse qualcuno non la ricorda: la comunità internazionale, credendo di far cessare la guerra, pose l'embargo alla Bosnia, favorendo l'assedio serbo. E qui, i bosniaci scavarono un tunnel per aggirarlo, rifornirsi di armi ma anche di cibo, e addirittura per trasportate Izetbegovic sulla sedia a rotelle. Momento davvero interessante.
Molti segni delle granate sono state "colorate" di vernice rossa, per non dimenticare |
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