Storia della mia gente - di Edoardo Nesi (2010)
Prato. Edoardo è figlio e nipote di una "dinastia" di imprenditori tessili, erede naturale di una di quelle medie imprese che per decenni hanno proliferato nel centro toscano, che hanno contribuito a farla diventare una cittadina più che benestante, e a farla crescere fino a farla diventare la seconda città più popolata della Toscana, seconda solo alla vicinissima Firenze. Lui ha la passione della scrittura, e gli sono già stati pubblicati svariati libri, ma dà per scontato che il suo futuro sarà diviso tra la sua passione e la sua eredità naturale. Eppure, qualche anno dopo l'inizio del nuovo secolo, cominciano i problemi economici, proliferano i cinesi nascosti nei capannoni e schiavizzati da qualche loro connazionale, e l'impresa...
Sono abbastanza sicuro che cominciare a leggere uno scrittore da una sorta di autobiografia (seppure Storia della mia gente non si possa definire così) sia quanto di più sbagliato si possa fare, ma ormai è andata così. Sulla scia del gradimento personale di altri scrittori toscani, e con un ricordo traumatico in mente (un film tratto da un suo libro, tra l'altro diretto da lui stesso alla sua prima, e per il momento unica esperienza da regista, registrato di notte ai tempi delle VHS, e causa dei soliti ritardi di palinsesto, visto senza la fine), mi sono deciso a leggere un libro del pratese, un libro che ha vinto tra l'altro il Premio Strega 2011.
E che dire, mi è piaciuto, mi è volato, ho apprezzato gli accenni di formazione dell'intellettuale Nesi, tra musica, poesia e grande letteratura americana, così come l'amore per il territorio, per la famiglia, per la sua gente, la riflessione amara sulla politica, sull'economia, sull'Europa. Si vede che Nesi ci sa fare con la scrittura e con i sentimenti, e che, pur da possidente senza troppi problemi economici, è stato toccato profondamente dalle conseguenze umane della crisi.
Un libro atipico, ma più che apprezzabile. Tornerò a leggere Nesi, decisamente.
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