True Detective - di Nic Pizzolatto - Stagione 2 (8 episodi; HBO) - 2015
Vinci (città fittizia), California. Il city manager Ben Caspere scompare poco prima della presentazione di un imponente piano regolatore edilizio nei pressi di una nuovissima linea ad alta velocità. Frank Seymon, il suo socio in affari corrotto, è costretto a fare da solo la presentazione, dinnanzi a tutti i suoi collegamenti mafiosi.
Ray Velcoro, un detective della polizia di Vinci, sta disperatamente cercando di ottenere un accordo con la ex moglie per la custodia di suo figlio, che in realtà potrebbe non essere suo figlio biologico: è nato infatti nove mesi dopo che la sua ex moglie rimase vittima di uno stupro. Scopriamo da subito, tramite flashback, che anni prima, subito dopo l'accaduto, Seymon ha fornito il nome del presunto stupratore a Ray. Velcoro attualmente è alcolizzato e parzialmente dipendente dalle droghe, e lavora come informatore/esecutore per Frank.
Nel frattempo, la detective Antigone Ani Bezzerides, della polizia della contea di Ventura (la contea che include anche la città di Vinci), sta conducendo una retata contro un luogo dove si sospetta si conduca un'attività illecita di prostituzione. Il luogo si rivela essere uno studio dove si girano porno legalmente, ma Bezzerides ci trova nientemeno che sua sorella, che lavora come cam girl. Il seguente caso, la ricerca di una persona scomparsa, Vera Machiado, porta Bezzerides ed il suo partner ad un istituto spirituale gestito dal padre di Bezzerides, con il quale ha rapporti sporadici. Il confronto tra i due è teso.
Paul Woodrough, un poliziotto della stradale locale, viene messo in congedo, in seguito alle accuse di molestie sessuali da parte di un'attricetta, Lacey Lindel. Woodrough l'aveva fermata per un controllo, e, accorgendosi che l'attrice era in libertà vigilata, si era rifiutato di "guardare dall'altra parte"; in realtà era stata proprio la Lindel che si era offerta di fargli chiudere un occhio ripagandolo in natura. Woodrough sta passando un brutto momento, ed esce ovviamente da un'esperienza che lo ha marchiato; poco dopo essere stato messo in congedo forzoso, fa visita alla sua ragazza Emily, e per riuscire a farci l'amore prende del viagra. La pillola blu non sortisce effetto, e Woodrough si rifiuta di rispondere alle insistenti domande della fidanzata al riguardo delle sue cicatrici. Ancora più tardi, correndo a fari spenti sulla sua moto, quasi in preda ad un raptus suicida, scopre il cadavere di Caspere, seduto su una panchina, con gli occhi bruciati dall'acido. Dopo poche decine di minuti, Woodrough fa conoscenza con Velcoro e Bezzerides, che convergono sul posto, inviati lì dalle rispettive gerarchie, dando il via ad un gioco politico per pilotare l'inchiesta, che, evidentemente, ha in gioco molto più di un omicidio.
Diciamocelo: eravamo tutti curiosi come scoiattoli (gli scoiattoli sono curiosi? Non so, m'è venuta così), attendevamo tutti al varco Pizzolatto, e soprattutto Vince Vaughn (Frank Seymon) e Colin Farrell (Ray Velcoro), che dovevano essere gli omologhi di Woody Harrelson e Matthew McConaughey. La stagione 1 di True Detective era stata una delle novità più sensazionali della passata stagione televisiva, un giallo a tinte nere e tutta una serie di nuance talmente intriganti da generare un seguito che l'ha quasi immediatamente elevata a serie di culto. La delusione era dietro l'angolo, e le prove di Woody e Matthew erano state talmente indimenticabili, che non si capiva come Pizzolatto in primis pensasse solo lontanamente di bissare il successo.
Infatti, non appena visto il pilot, le cose sono state già più chiare (per modo di dire): Velcoro/Farrell era si un detective, ma rovinatissimo e corrotto come pochi, mentre Seymon/Vaughn era tutto fuorché un poliziotto. Per "sostituire" un altro poliziotto ce n'erano altri due: una coppia di spostati, entrambi marchiati da infanzie misere, problemi vari di sessualità e comportamentali, che inizialmente neppure si conoscono. Un Taylor Kitsch (Friday Night Lights) cupo e gaiamente represso nei panni di Paul Woodrough, e una Rachel McAdams imbruttita e de-femminilizzata nella parte di Ani Bezzerides (uno di cognomi più fighi che mi sia mai capitato di ascoltare). Vi stupirà, forse, sapere che uno dei primi film della canadese (McAdams) fu My Name is Tanino, del livornese Virzì.
Altre note di colore: il personaggio di Woodrough è fidanzato con Emily, interpretata da Adria Arjona, figlia del cantante guatemalteco Ricardo Arjona, come ricorderete uno dei miei guilty pleasures musicali; la ragazza l'avevamo vista anche in Person of Interest, e figlio di Cynthia, intepretata da Lolita Davidovich, indimenticabile, bellissima e giovanissima in Scandalo Blaze (1989), dove fa perdere la testa a Paul Newman; per la cronaca, il regista di quel film se l'è sposata
Detto questo, vi dico anche chiaramente come la penso, alla fine della visione: la seconda serie di True Detective non è nemmeno lontanamente paragonabile alla prima. Poi, ognuno di voi potrà tirarmi dei pomodori o frutta/verdura di stagione a caso.
Pizzolatto e il suo team ce l'hanno messa tutta per imbastire un plot molto più complicato del precedente, e, insieme ai vari registi degli otto episodi, ha perfino cercato di dare al tutto un mood molto molto Twin Peaks (perso completamente in un finale fin troppo credibile, paradossale ma vero), richiedendo spesso e volentieri a protagonisti e non protagonisti (un esempio su tutti: la recitazione di Kelly Reilly - Jordan Seymon, la moglie di Frank) una recitazione un po', come dire, drogata.
Un cenno sui registi dei vari episodi: Justin Lin (Fast and Furious dal 3 al 6), Janus Metz Pedersen (premiato documentarista danese), Jeremy Podeswa (ha messo mano a quasi tutte le serie tv, fighe e meno fighe), John Crowley (Boy A, Intermission), Miguel Sapochnik (esperto regista tv) e Dan Attias (anche lui espertissimo regista tv).
Nonostante tutto questo, e delle prove tutto sommato convincenti soprattutto da parte della McAdams, che qua ha dimostrato, dopo una carriera tutto sommato "pop", di essere un'attrice vera, la seconda stagione di True Detective, pur rimanendo a livelli difficilmente arrivabili da parte della stragrande maggioranza delle altre serie tv, non arriva ai picchi grandiosi della prima.
Ciononostante, attendiamo con grande e rinnovata fiducia la terza stagione, e non vediamo l'ora che si dia il via alle danze dei rumors sul prossimo cast.
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