Souldier - Jain (2018)
Il secondo disco, lo diceva anche Caparezza, è sempre il più difficile. C'è chi si aspetta troppo, soprattutto se il debutto è stato un fulmine a ciel sereno. E' esattamente il caso di Jeanne Galice, francese di Tolosa, giramondo nella sua infanzia al seguito del padre, che ha inglobato i sapori arabi e africani nella sua crescita musicale; il suo debutto Zanaka ci impressionò parecchio, e le prime impressioni di questo seguito, Souldier (gustoso gioco di parole come uno dei suoi singoli dal disco precedente, Dynabeat), non sono state così positive. Alla fine, però, non direi proprio che questo disco sia deludente, al contrario.La ragazza prosegue su una strada coraggiosa, mescolando una quantità enorme di influenze, e la definizione di M.I.A. francese non è per niente sbagliata. I testi non sono mai stupidi, e la freschezza, unità allo splendido mix di influenze, è delizioso.
The second album, Caparezza also said, is always the most difficult. There are those who expect too much, especially if the debut was a bolt from the blue. It is exactly the case of Jeanne Galice, French from Toulouse, globetrotter in her childhood following her father, who has incorporated the Arab and African flavors in her musical growth; her debut Zanaka impressed us a lot, and the first impressions of this sequel, Souldier (tasty pun like one of her singles from the previous album, Dynabeat), have not been so positive. In the end, however, I would not say that this record is disappointing, on the contrary. The girl continues on a courageous road, mixing a huge amount of influences, and the definition of "a French M.I.A." is not wrong at all. The lyrics are never stupid, and the freshness, and unit with the wonderful mix of influences, is delicious.
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