Questo agosto bissiamo il viaggio lampo con l'amico Mazza. Quando gli propongo appunto, il bis (dopo il viaggio dell'anno scorso a Copenaghen), mi dice che l'unica meta che gli interessa è Auschwitz: e io mi metto in moto. Quindi, nel primo pomeriggio del Ferragosto, partiamo dal sempre più affollato Marconi di Bologna, alla volta di Cracovia, Polonia, tramite Ryanair. All'arrivo ci raccoglie il transfer (già prenotato) per l'hotel centrale (quartiere ebraico, ovviamente prenotato), e le giornate ancora lunghe ci consentono una piacevole camminata fin sotto il castello, e una cena nei pressi dell'albergo, a base di pierogi e birra.
Venerdì 16
Venerdì mattina ce la prendiamo con tutta calma, ci allunghiamo con la colazione e le chiacchiere, più tardi usciamo, mangiamo qualcosa al volo, giusto per arrivare alle 13 al punto di incontro, dove il bus e la guida del tour già prenotato ci raccoglieranno, insieme al resto del gruppo, gruppo formato da italiani e spagnoli (o comunque parlanti spagnolo). La guida è polacca, parla un buon italiano, e ad Auschwitz troveremo la guida parlante spagnolo per il resto del gruppo. Il trasferimento per Auschwitz è di circa un'ora, e il parcheggio più l'ingresso dei resti del campo di concentramento più (tristemente) famoso della storia, dà l'idea da una parte, del business che ci si è venuto a creare intorno, dall'altra, che fortunatamente c'è ancora molta gente che ha voglia di non dimenticare una delle pagine più tristi e vergognose della storia dell'umanità (si, probabilmente è una lettura leggermente euro-centrica, ma tant'è).
La visita dura un'ora abbondante, e fortunatamente non vede comportamenti irrispettosi da parte di appartenenti al nostro gruppo, o di altri. Le foto, niente di che visto il fotografo (io), nonostante la qualità scarsa, così come tante altre migliori che avrete visto più volte, bastano e avanzano a rendere l'idea. Inutile commentare.
Dopo Auschwitz, sempre con il bus, un trasferimento di 15/20 minuti scarsi verso Birkenau, dove il parcheggio autobus è leggermente distante (5 minuti a piedi) dal campo vero e proprio. La visita dura poco meno di un'ora, e la visione generale è particolarmente suggestiva, con i binari che arrivano, passano attraverso l'edificio che fa da portale, e poi continuano fino agli spiazzi resi tristemente famosi dalle foto e dalle innumerevoli ricostruzioni cinematografiche. Anche qui, le foto parlano da sole, insieme a quello che sapevamo già dalle ricostruzioni storiche.
Il ritorno, mentre è arrivata una pioggerellina nordica, sembra interminabile, e la stanchezza invita alla riflessione. Veniamo scaricati al solito punto d'incontro, torniamo verso l'hotel e per la cena scegliamo un altro dei tanti ristoranti della zona, dove ancora una volta, la birra la fa da padrone.
Sabato 17
La mattina seguente ricalca lo schema di quella di venerdì: il trasferimento verso l'aeroporto è programmato dopo le 11, l'aereo (che sarà in ritardo) parte dopo le 14, quindi pranzeremo in aeroporto. Le riflessioni sgorgano molto semplici e spontanee, condivise, e sono fondamentalmente due:
1) Auschwitz e Birkenau sono esattamente come te le immagini.
2) Non siamo sconvolti più di tanto, semplicemente perché non siamo due persone che andavano convinte di qualcosa: la storia è quella, andare a visitare quel che resta di questa vergogna è più un omaggio che altro.
Alla prossima.
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