A Dawn to Fear - Cult of Luna (2019)
Gli svedesi di Umea Cult of Luna, a mio modestissimo parere, sono l'unica band che possa essere accostata ai grandi Amenra. Non è un caso, forse, che band così di culto, vengano da paesi europei con tradizioni protestanti. Certo, almeno a livello musicale, band del genere probabilmente non esisterebbero senza il post rock e post metal di Neurosis e Isis, ma mi piaceva sottolineare questa curiosa coincidenza europeista. Dopo l'avventura del precedente Mariner, dove l'incontro con la voce di Julie Christmas dava loro una dimensione leggermente diversa, qua il collettivo svedese ci regala quasi 80 minuti di metal che oserei dire futuristico, ma al tempo stesso con un'aura spirituale, lavorando sulle ripetizioni di splendidi riff, dilatando le tracce a dismisura (si va dai 6 minuti e mezzo di Lay Your Head to Rest ai 15 di Lights on the Hill) in un vortice sludge-psichedelico, ma al tempo stesso con ritmi tribali. Ogni traccia è un crescendo maestoso, messo in piedi con uno stile che ormai abbiamo imparato a conoscere, ma che ci soddisfa sempre. Inutile negare che il loro live di inizio dicembre è uno degli eventi che attendo con maggior eccitazione.
The Swedes of Umea, Cult of Luna, in my humble opinion, are the only band that can be compared to the great Amenra. It is no coincidence, perhaps, that such cult bands come from European countries with Protestant traditions. Of course, at least on a musical level, such bands would probably not exist without the post rock and post metal of Neurosis and Isis, but I liked to emphasize this curious Europeanist coincidence. After the adventure of the previous Mariner, where the encounter with the voice of Julie Christmas gave them a slightly different dimension, here the Swedish collective gives us almost 80 minutes of metal that I would dare to say futuristic, but at the same time with a spiritual aura , working on the repetitions of splendid riffs, expanding the tracks to excess (ranging from 6 and a half minutes of Lay Your Head to Rest to 15 of Lights on the Hill) in a sludge-psychedelic vortex, but at the same time with tribal rhythms. Each track is a majestic crescendo, set up with a style that we have now learned to know, but that always satisfies us. Needless to deny that their live at the beginning of next December is one of the events that I am waiting with greater excitement.
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