No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20191218

Terre ululanti

Big Business + Inter Arma, Freakout Club, Bologna, sabato 26 ottobre 2019


Eccomi nuovamente di fronte al Freakout, stavolta quasi un'ora prima che apra, per non perdermi l'esibizione degli Inter Arma, mentre Trey, il chitarrista, è impegnato in una lunga telefonata, e altri spettatori cominciano pian piano ad arrivare. Annunciata inizialmente come data con gli Inter Arma e basta, sono diventati supporter degli "anziani" Big Business, che si sono aggiunti qualche giorno dopo. Quindi, visto che l'anno passato, quando erano di supporto ai Deafheaven, avevo perso buona parte della loro esibizione (perché non riuscivo a trovare parcheggio), stavolta ho studiato attentamente orari e possibili parcheggi. Ed eccomi qui ad aspettare, la serata è fresca ma non fredda, e vista l'ora, il podcast de La Zanzara mi fa compagnia mentre attendo. 

Il set del quintetto di Richmond, Virginia, durerà una quarantina di minuti. Otto pezzi, dei quali quattro dall'ultimo bellissimo Sulphur English, tre da Paradise Gallows e uno da Sky Burial. Il piccolo palco del Freakout contiene a malapena l'energia devastante del loro sludge/black/death metal, e il cantante Mike ci dà dentro come un indemoniato (per non parlare degli altri: il batterista T.J. Childers, un bevitore micidiale, è uno dei migliori batteristi visti negli ultimi anni). E' paradossale, perché dopo qualche minuto, sarà vicino a me a vedersi i Big Business, si scuserà per essermi passato davanti mentre li riprendevo, e offrirà, ad una ragazza non altissima, di riprenderli per lei con il suo cellulare. L'esibizione mi soddisfa a pieno, cementando la mia opinione su di loro. Mi trattengo per qualche pezzo del duo di Seattle, Washington, Jared Warren basso, synth e voce, e Coady Willis alla batteria, musicisti spettacolari che per una decina d'anni hanno fatto parte anche dei mitici Melvins. Ottimi e divertenti, ma ho già avuto la mia parte, e posso ritirarmi nelle mie stanze. 

The set of the quintet from Richmond, Virginia, will last forty minutes. Eight songs, four of them from the last beautiful Sulfur English, three from Paradise Gallows and one from Sky Burial. The little Freakout's stage barely contains the devastating energy of their sludge/black/death metal, and the singer Mike gives us the feeling of being possessed (not to mention the others: drummer T.J. Childers, a deadly drinker, is one of the best drummers seen in recent years). It is paradoxical, because after a few minutes, he will be close to me to see the Big Business set, he will apologize for passing in front of me while I was filming them, and he will offer, to a very small girl, to film them back for her with her cell phone. The show fully satisfies me, cementing my opinion of them. I hold back for a few tracks from the Seattle, Washington duo, Jared Warren on bass, synth and vocals, and Coady Willis on drums, spectacular musicians who were also part of the legendary Melvins for about ten years. Great and fun, but I've already had my share, and I can retire to my rooms.

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