No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100320

belle storie


Da Internazionale nr. 830


La semplice storia del dottor Anthony


Tahar Lamri


Originario della Sierra Leone, Anthony Kakpindi Soyei ha studiato e lavorato in Italia per molti anni. Oggi è candidato alla presidenza del suo paese


Anthony Kakpindi Soyei è un cittadino della Sierra Leone che ha vissuto a lungo in Italia. Si è laureato in medicina a Parma e si è specializzato in pediatria a Ferrara. Ha costruito due ospedali nel suo paese e nell’agosto del 2009 ha annunciato di voler partecipare alle elezioni presidenziali del 2012 in Sierra Leone. Quando gli parlo di Anthony, Carola Previti e Robert Elliot, dell’associazione Cittadini del mondo, a Ferrara, non riescono a trattenere un sorriso di gioia. “L’abbiamo conosciuto nel 1993 a una delle riunioni per fondare l’associazione”, dice Carola. “No”, la corregge Robert, “l’abbiamo conosciuto qualche giorno prima a un torneo di calcio multietnico, uno dei primi in Italia. Si è presentato come ‘dottor Anthony’: un titolo che era ed è ancora molto importante per uno straniero. L’abbiamo subito coinvolto nell’associazione e ne è stato il primo presidente, dal 1993 al 1995”. Carola ricorda di avergli detto scherzando: “Il primo presidente della nostra associazione può diventare anche il presidente di un paese africano”. Cittadini del mondo organizza iniziative sociali e culturali per promuovere il dialogo tra le culture. “È stata una buona palestra politica per me”, ammette Soyei, che è tornato a lavorare come medico in Sierra Leone nel 1996. “Confrontarsi ogni giorno con l’applicazione della democrazia alla vita quotidiana – alla vita degli esclusi per definizione – rafforza la consapevolezza di sé e il senso di giustizia. Negli ultimi anni ho viaggiato molto nel mio paese incontrando parecchie persone. Ho parlato con loro, ma soprattutto, ho ascoltato. La gente qui dice che la politica è un gioco sporco e che chi non vuole sporcarsi deve restarne fuori. Se guardiamo al passato, possiamo solo dargli ragione. Ma le cose possono cambiare. Devono cambiare”. Oggi la presidente dell’associazione Cittadini del mondo è la colombiana Sonia Mireya Pico. “Non ho mai visto Anthony arrabbiato”, racconta. “Era sempre ottimista. Ha aiutato la Sierra Leone con il suo lavoro di medico, ma anche inviando tonnellate di riso e attivandosi perché l’Italia cancellasse il debito estero del suo paese. L’ultima volta ci siamo visti a casa di Massimo Marchetto, che cura il suo sito (http://www.anthonykakpindisoyei.org/). Lì Anthony mi ha annunciato che voleva candidarsi alle presidenziali. Scherzando ha detto: ‘Hai visto che ora metto sempre giacca e cravatta?’”. Carola, Robert, Sonia e gli altri membri di Cittadini del mondo parlano tutti di una persona semplice, che ha contribuito a medicare le ferite del suo paese e ad asciugare le lacrime di tanti bambini soldato. “Nel 1997 il padre di Anthony è venuto in Italia ma non è più riuscito a tornare in Sierra Leone perché nel frattempo era scoppiata la guerra civile”, racconta Carola. “L’abbiamo ospitato per quasi un anno a casa nostra mentre Anthony era là a curare i bambini coinvolti nel conflitto”. “Il medico Anthony Kakpindi Soyei ha ufficializzato l’8 agosto 2009 la sua intenzione di partecipare alle elezioni presidenziali del 2012 con il Sierra Leone people’s party”, ha scritto Awoko, un giornale di Freetown. “Soyei è console onorario dell’Italia dal 1998. Ha avuto un ruolo attivo nella donazione di 57 container di riso italiano. Inoltre ha convinto il governo italiano a cancellare il debito estero della Sierra Leone e a donare dieci milioni di euro per un progetto sociale. Ha costruito la Holy Mary children’s clinic a Freetown, una struttura che ha dato assistenza a migliaia di rifugiati dal 1999 al 2002, e un ospedale da 150 letti a Bo, la seconda città del paese. Ha fondato inoltre la scuola per infermieri Marta Bernasola”. Da Ferrara a Freetown. Una semplice storia d’immigrazione.


Tahar Lamri è uno scrittore algerino. Vive a Ravenna ( tlamri@tin.it ).

1 commento:

Anonimo ha detto...

bella storiella!
...peccato che la parola "MULTIETNICO" spaventi la maggior parte degli italiani.

punkow