No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100329

se acabò


Manu Chao & RadioBemba Soundsystem + Bandabardò + Ceramichelineari – Volterra, Docciola – 6/8/2003

Non siamo giornalisti, ed è per questo che, arrivando sul posto alle 19,30 circa, possiamo solo mettere insieme informazioni sommarie; vedendo che sul palco non c’erano, come preannunciato alla vigilia, i detenuti della compagnia della fortezza che recitavano accompagnati da un gruppo chiamato “Ceramichelineari”, bensì solo una band che fa una sorta di rock demenziale, e lo fa senza infamia e senza lode, ma con un gran turpiloquio, posso provare ad immaginare che quelli sul palco fossero proprio le “Ceramichelineari”, e che i detenuti non abbiano avuto modo di fare il loro spettacolo. Chissà perché. *


Poco dopo le 20,00 sale sul palco la Bandabardò, e da vita ad un set di 40 minuti circa, mettendoci tutta l’energia della quale è capace, e scaldando a dovere il pubblico.
Certo, Bandabardò mi stupisce ogni volta di più. Stavolta ho visto con i miei occhi una bambina di circa 8 anni che cantava a memoria “Se mi rilasso, collasso”. Si stanno avviando decisamente a diventare la band italiana più amata in assoluto, da più generazioni. Chissà se tra qualche anno riusciranno a riempire per 2-3 date San Siro? Glielo auguro di cuore. A me continuano a non piacere, probabilmente sono l’unico, e non riesco a spiegarmi. Per cui cercherò di essere sempre almeno imparziale e obiettivo. Spero di riuscirci.

Alle 21,30 però, lasciatemelo dire, il “tiro” cambia e si sente. Manu Chao e i suoi salgono sul palco per scenderci solo quasi 2 ore e mezzo più tardi. Che dire? Una forza della natura, dei pazzi scatenati guidati da un pazzo al cubo, che nell’ultima ora di concerto avrà ripetuto 50 volte “se acabó, è finito”, per poi riprendere regolarmente. Senza contare che pure dopo che la gente scema via, a fine concerto, alcuni di loro rimarranno sul palco a mettere dischi fino all'1,30.
Una macchina perfetta, accelerazioni violente, tutti i classici spesso in versioni solo accennate o irriconoscibili (addirittura questa volta “Me gustas tu”, mai eseguita nel 2001/2002), qualche inedito, qualche classico della Mano Negra (come non suonare ogni sera un pezzo come “Malavida”), un momento più “introspettivo” per “Clandestino” e “Minha Galera” (ancora una volta la mia favorita).
Le dediche : “Me gustas tu” per tutte le regioni spagnole colpite del disastro della petroliera spezzata (la “marea negra”, contro la quale si usa lo slogan galiziano “nunca mais”, mai più), Clandestino per tutti i morti nello stretto di Gibilterra, il tema di Pinocchio per Berlusconi.
Vogliamo aggiungere altro?

================================

*L'equivoco fu chiarito, all'epoca, alcuni giorni dopo, da uno scambio di e-mail tra un membro delle Ceramichelineari e me, a proposito della recensione del concerto (mi accusavano di averli trattati male, poi ci siamo conosciuti, ho assistito ad un loro concerto dove mi fecero un'impressione decisamente più positiva di quella sera). Quello che risultava sui giornali non era corretto: le Ceramichelineari all'epoca vedevano nella loro formazione un cantante detenuto nel carcere di Volterra. Il fatto che all'interno del carcere ci sia attiva anche una compagnia teatrale di detenuti, è un altro discorso.

=================================

Nessun commento: