No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20100308

stella lucente


Bright Star - di Jane Campion 2009

Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)

Giudizio vernacolare: la fia ci fa la fia ci sfa


Fossi fermo come te, stella lucente –

non sospeso nella notte in solitario splendore,

a spalancate palpebre in eterno vegliando,

insonne eremita paziente,

sul moto delle acque nel sacro ufficio

lustrale ai lidi umani della terra,

o fissando la maschera di neve

appena calata su monti e brughiere –

ma fermo invece immutabile sul seno

del mio amore che in bellezza matura,

sentire come quieto cala e s’innalza,

sveglio per sempre in una dolce smania,

e sempre udendo il suo più tenero respiro,

vivere in eterno o in deliquio morire.
(Traduzione di Gianfranco Palmery)


Inghilterra, Londra, Hampstead Heat, 1818. John Keats, 23enne, si installa nella casa dei Brown, presso il suo protettore Charles. Qui è alloggiata anche la famiglia Brawne, senza il padre. La figlia maggiore della madre Frances si chiama anch'essa Frances ma è chiamata da tutti Fanny, ed è allora 18enne. Bella, intelligente, acculturata, eccellente nel ballo e fiera nel portamento, con un gusto quantomeno particolare nel vestire vestiti che spesso si cuce da sola, è attratta dal giovane poeta ed ha in una certa antipatia Charles Brown, che sembra essere geloso della sua presenza.

John Keats si innamora di Fanny, ricambiato, e il suo amore per lei, chissà se mai consumato, lo ispirerà per alcune delle sue grandi composizioni. Sarà un amore tormentato, reso difficile dalle misere condizioni economiche di lui (e da quelle piuttosto agiate di lei) e da quelle della sua salute, durerà neppure tre anni (Keats muore a Roma nel febbraio del 1821, era in Italia invitatovi da Percy Bysshe Shelley) ma, grazie alla poesia, rimarrà per sempre.


Settimo lungometraggio di Jane Campion (ottavo se si considera Two Friends del 1986, che però era un lavoro televisivo), oggi 56enne bella ma anche inquietante signora neozelandese di nascita. Da sempre interessata nel suo lavoro all'universo femminile, con uno sguardo si femminista ma non per questo meno realista, questa volta narra gli ultimi anni di vita del poeta John Keats visti dalla sua musa Fanny Brawne, giovane donna ottocentesca capace di essere impeccabile e al tempo stesso personale, in un epoca così costrittiva, soprattutto per il "genere" femminile.

Bisogna, secondo me, essere un minimo preparati, quando ci si mette alla visione di un film della Campion, una regista intellettuale, che non risparmia mai riferimenti alti e altissimi; oltre a questo, la tecnica della Campion è invidiabile, l'accuratezza della messa in scena è maniacale e sempre tendente alla perfezione.

Non fa eccezione questo Bright Star, film di due ore dall'incedere lento, scandito da lettere (considerate tra le più belle mai scritte) e poesie, che racconta di un amore tanto intenso quanto casto e formale, costretto entro limiti ben definiti dalla formalità dell'epoca, ma molto più erotico di tante altre cose ben più discinte: le carezze dei due alla parete che li divide sono quanto di più sensuale e insieme romantico si sia visto ultimamente.

Importanti, come sempre, sia la fotografia, attenta ai colori (e alle stagioni) della natura circostante la casa dove si svolge tutta l'azione, senza risultare falsa o troppo appariscente, e il gusto pittorico della regista per l'inquadratura. Ma tutto è funzionale alla buona riuscita: le luci, per lo più naturali, anche degli interni, i costumi (per i quali il film è candidato agli Oscar), perfino le suppellettili e gli interni.

Non ultime le recitazioni: ovviamente in risalto i due protagonisti, con Abbie Cornish (Fanny), vista in una particina in Elizabeth: The Golden Age, non bellissima perchè castigata, algida ma vibrante, decisamente mattatrice. L'altro (John Keats) è Ben Whishaw (l'abbiamo visto in Io non sono qui), sbarazzino ma sofferente, come prevede la parte, e fin troppo belloccio.

Un film non facilissimo, ma intenso e decisamente interessante dal punto di vista realizzativo.
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L'uscita italiana in un primo momento era prevista per l'inizio di febbraio, ma pare sia stata posticipata ad aprile.

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