Questione di punti di vista - di Jacques Rivette (2009)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: mah
Francia, vicino a Pic Saint-Loup. Kate si sta installando col suo circo; in realtà, il circo era di suo padre, un circo senza animali, formato solo da acrobati e clown, e lei se ne era allontanata da una quindicina di anni, per fare altro. Il padre è mancato, e la sorella ha chiamato Kate nella speranza che le desse una mano a terminare la tournée. Kate risponde presente.
Mentre si sta avvicinando al luogo dove monteranno il prossimo spettacolo, l'auto di Kate si ferma. Passa di lì Vittorio, un italiano, che dapprima non si ferma, poi torna indietro, e senza dire una parola fa ripartire l'auto e se ne va. Ma si ferma in paese, e Kate lo invita allo spettacolo dell'indomani. Vittorio, destinazione e provenienza indefinite, colpito dal fascino di Kate, rimane e aspetta lo spettacolo.
Quando mi capita di vedere film come questi, e poi di non riuscire a trovare una sola recensione che ne parli male, mi viene il sospetto di non capire niente. E ci sta. Ma se l'arte è soggettiva, anche la mia opinione vale qualcosa. Quindi, l'ennesimo film dell'anziano Rivette, che stranamente questa volta rimane sotto le due ore, a me non è mica piaciuto granché.
Rarefatto e infarcito di silenzi alternati a dialoghi a volte filosofici (ma spiccioli), a volte davvero difficili da collocare in un universo che abbia senso, fatto da inquadrature vagamente suggestive del luogo che dà il titolo alla versione originale, alternate a riprese in interno, appare come una delle molte variazioni sul tema dell'invaghimento improvviso, tra due persone delle quali si stenta a conoscere la storia, in mezzo a personaggi bizzarri quanto basta per dare al tutto una pennellata intellettuale. In realtà, ogni passo in avanti della storia è spesso inverosimile, le dinamiche sono a volte inconcepibili, e perfino i personaggi principali, interpretati da Jane Birkin (Kate) e Sergio Castellitto (Vittorio, anche co-autore della sceneggiatura), che dovrebbero infondere un fascino tutto particolare al film, risultano difficili da credere, troppo forzatamente naive per essere apprezzabili.
Sicuramente, c'è chi potrà trarre piacere dalla visione. Io, in tutta onestà, ho avuto difficoltà a portarne a termine la visione.
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