The Client List - di Suzanne Martin, sviluppata da Jordan Budde - Stagione 2 (15 episodi; Lifetime) - 2013
Seconda stagione di The Client List, la serie, che riprende esattamente da dove era terminata, ma la sorpresona è che la polizia arriva a The Rub (la day spa, il centro massaggi dove in realtà il massaggio, su richiesta, termina con un "lieto fine", leggi una sega, ma c'è chi si prende anche qualche libertà in più), e invece di arrestare Riley la mamma super-figa che per sbarcare il lunario, abbandonata dal maritino ex promessa del footbal americano, fa appunto delle gran pugnette alla fine dei massaggi, arresta proprio Kyle, il maritino prodigo, che è tornato dalla sua fuga e sta tentando di riguadagnare il suo posto in famiglia e nella società (sempre che quella texana si possa definire così). Cos'è accaduto? Che Kyle, per, appunto, guadagnare di nuovo il rispetto della famiglia che ha abbandonato perché non riusciva a mantenerla, dopo essere scappato in Messico e per giunta essere diventato dipendente da farmaci, è tornato pulito ed ha rubato un camion di rame, per giunta da un cantiere di un tizio conosciuto per essere un poco di buono. Riley, non dimentichiamocelo, ha cominciato a nutrire un affetto simile al trasporto fisico, per Evan, il fratello minore di Kyle, il cui ritorno comincia a complicare un po' le cose. Ciliegina sulla torta, Georgia si innamora, e vuole disfarsi, almeno sulla carta, del The Rub, per non avere nulla da nascondere al suo nuovo amore (un po' contorto il senso della verità statunitense, vero?): propone quindi a Riley di rilevarlo, con piccole rate, e Riley, naturalmente, accetta, divenendo a tutti gli effetti la padrona.
Tralasciando la solita storia sul mio masochismo televisivo, ho resistito accantonando gli episodi di questa seconda stagione di The Client List (aumentati a ben 15, pensate un po'), e poi, quando sono andato in astinenza, avendo spolverato tutto quello che c'era "nel piatto", ho ceduto e me la sono vista. Che dire? Prendo in prestito le "riflessioni" di un utente di imdb.com che scrive, nelle user reviews, questi punti salienti che riassumono la stupidità dello show e l'esagerata sospensione dell'incredulità alla quale ci si deve appellare per vederlo (non ho detto per farselo piacere): apparentemente, tutti gli utenti dei massaggi sono dei fighi da paura con degli addominali perfetti (a parte il cosiddetto mister Louboutin); tutti i clienti hanno massimo rispetto di queste prostitute "manuali", e prediligono le chiacchierate riflessive sul senso della vita, della carriera, dei rapporti di coppia, come se andassero da uno psicologo; la nostra protagonista, nonostante gli enormi problemi economici, anche nel momento più basso, continua a guidare un pick up che sarà almeno un 5000 a benzina (e questo è solo la punta dell'iceberg dei paradossi che si possono trovare, guardando lo show con la lente d'ingrandimento). Tralasciamo il corpo di polizia tutto fatto da fotomodelli, il fisico perfetto di Kyle anche dopo tutto quello che ci vorrebbero far credere abbia passato mentre era via, e pure dopo un discreto periodo di detenzione, la fotografia odiosa piena di melassa, Jennifer Love Hewitt, sempre fighissima e con delle scarpe eccezionali, che non è mai credibile quando si mette il cappello di lana scuro per fare le cose sospette. Questa serie è fatta per soddisfare e titillare il voyerismo light, di uomini e donne. Ed è servita per far trovare il padre giusto per il primo figlio a JLH (proprio Brian Hallisay, che qui interpreta Kyle). That's it. E, anche se non ci sono ancora notizie ufficiali, il season finale ci comunica chiaramente che la serie continuerà.
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