No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130621

The Write Album

L'album biango - Elio e le storie tese (2013)

Il problema, se proprio di problema vogliamo parlare, è che da ogni nuovo disco della band milanese, non si sa cosa esattamente ci sia da aspettarsi. Non so, mi sono convinto di questo, ascoltando o meglio leggendo i dubbi degli amici in merito ai primi ascolti. Non si dovrebbero fare troppe cose, in campo musicale: fare paragoni con stili di altre band, fare paragoni con i dischi precedenti della stessa band, aspettarsi evoluzioni in direzioni determinate, eccetera. Sfruttando una sorta di dritta che mi venne spontanea, ma che poi ho verificato essere condivisa pure da gente più esperta di me in campo cinematografico, a proposito della filmografia di David Lynch, e facendone una parafrasi, credo che quando si ascolta un nuovo disco, soprattutto degli Elii, non si debba cercare di capire, ma solo lasciarsi attraversare dalla musica e, mai come in questo caso, dalle parole.
Divertimento unito a sopraffina tecnica musicale, un binomio al quale ci hanno abituato ormai da decenni. Oserei dire che ogni tanto, si lasciano andare anche a delle "lezioni", forse con un briciolo di supponenza, stemperata, almeno nei fan, dalla loro innata simpatia e dal loro classico umorismo nonsense, unito ad una buona dose di sarcasmo; basti pensare a La canzone mononota, uno dei due pezzi presentati all'ultimo Sanremo, presente su questo disco e perfino ripresa nel corso della ghost track, un pezzo che, ripeto, per me è come una lezione di musica, ma divertente e piena zeppa di riferimenti random (personalmente, ritengo che il passaggio in cui si fa riferimento all'inno cubano sia fantasmagorico, sia a livello di testo, sia a livello di musica).
E' proprio random la loro impostazione nel pensare le canzoni: riferimenti alla stringente attualità (Lettere dal www/Enlarge (Your Penis), Lampo, Il tutor di Nerone, A piazza San Giovanni/Complesso del Primo Maggio, con l'eccezionale featuring di un autoironicissimo Eugenio Finardi, Dannati forever) e "racconti" un po' nostalgici (Come gli Area, Il ritmo della sala prove), il tutto inframezzato dai classici nonsense mai stupidi, ma apparentemente assurdi (Luigi il pugilista, Una sera con gli amici, Amore amorissimo, quest'ultima con la partecipazione straordinaria, nell'intro, di Fiorello).
Se esiste un filo conduttore, sottile ma percepibile, in questo Album biango (e spero che apprezzerete il tentativo di traduzione inglese), mi è parso quello della canzone italiana classica: se in Amore amorissimo c'è un evidente omaggio a Modugno, qua e là, anche negli arrangiamenti, c'è evidente il tentativo, ottimamente riuscito, di impostare questo disco sulla falsariga dei grandi interpreti della canzone italiana. Ovviamente, se da una parte si respira quest'aria, ascoltando i testi ci si scompiscia dalle risate. Più alternativi di così...

3 commenti:

Filo ha detto...

Sono il primo a fare ammenda: dagli Elii mi aspetto sempre "qualcosa in piu". Ma questo non vuol dire che non mi goda ogni singolo disco che sfornano. Infatti anche quest'ultimo l'ho comprato originale; senza pentirmene.

jumbolo ha detto...

Mi fa piacere. C'è da dire che quando si parla di loro, ci si aspetta si sempre qualcosa di più, ma non si sa mai ben definire cosa. Almeno, secondo me.

cipo ha detto...

Inimitabili (e lo dico senza ancora aver sentito una sola traccia). Il 29 sono a Fucecchio.