Siamo a Williamsburgh, Brooklyn, New York. Al Williamsburgh Diner, una tavola calda di infima lega, lavora Max Black, una giovane proveniente da una famiglia povera e disfunzionale, sempre allegra e disincantata dalla vita. Battuta pronta, di facili costumi, non si aspetta nulla più di quello che ha: niente. Ogni giorno deve lottare e stringere i denti per arrivare al giorno seguente, ma non ha nemmeno nulla da perdere. Per cui, prende tranquillamente in giro i clienti, e non li tratta bene a meno che non le stiano simpatici. Il padrone del posto è un giovane immigrato coreano, Han Lee, talmente basso che Max non può fare a meno di fare continue battute sulla sua statura, e di conseguenza, sulla sua virilità. Alla cassa c'è Earl, un anziano uomo di colore che lei adora (e lui, di conseguenza, adora lei), mentre in cucina c'è Oleg, un altro immigrato, stavolta dall'Ucraina, perennemente arrapato, autore di doppi sensi a volte imbarazzanti anche per orecchi scafati. Un giorno come gli altri per Max, si ritrova tra i piedi Caroline Channing, una simil-barbie proveniente dall'alta società newyorkese. Il padre di Caroline è appena stato incarcerato per aver truffato centinaia di persone con uno schema Ponzi di alto livello, e lei, da una vita nell'agio assoluto e nell'ovattato mondo dell'alta finanza, si è ritrovata improvvisamente senza un soldo e senza un posto dove andare. Max, solitamente non si intenerisce per nessun motivo al mondo, ma non sa resistere, ed aiuta Caroline anche senza conoscere niente di lei. La fa assumere da Han, e la fa dormire nel suo minuscolo appartamento. Max è un'ottima pasticcera, la sua specialità sono i cupcakes; Caroline la convincerà che, con l'abilità di Max e la competenza finanziaria di Caroline stessa, possono aprire un negozio tutto loro, e realizzare il loro sogno. Come sempre, tra il dire al fare...
La storia la conoscete già: sono curioso, e poi mi affeziono. Nonostante avessi letto malissimo di 2 Broke Girls, ho visto qualche episodio per vedere Kat Dennings (Max), per la quale ho una mezza cotta, all'opera in una sit-com, e devo dire che le critiche che avevo letto si sono rivelate centrate. Umorismo greve, recitazioni forzate, niente di che. Ma poi, siccome tra un drama e un procedurale ci vuole pure un po' di svago, ho proseguito, affezionandomi soprattutto ai personaggi non protagonisti, tra i quali prima non ho citato Sophie, interpretata dalla scoppiettante e abbondante Jennifer Coolidge. Sull'umorismo greve, che credo venire dalla verve comica della Cummings (stand-up comedian oltre che attrice e sceneggiatrice), beh, alla fine è lo stesso che ho io, solo dal punto di vista maschile, per cui non ho fatto fatica ad abituarmici. Lo show rimane piuttosto debole, se confrontato ad altri contemporanei, ma gli episodi son da venti minuti...
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