Just Like a Woman - di Rachid Bouchareb (2013)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Chicago periferica. Marilyn, thirty-something (ma il film ce la vorrebbe spacciare per almost thirthy) statunitense purosangue alta e bionda, tira avanti come può: fa la segretaria/receptionist/magazziniera, ma ha un sogno nel cassetto. La sera prende lezioni di danza del ventre, le piace, ci mette tutta se stessa, ed è pure bravina. A casa però c'è il marito Harvey: ha perso il lavoro, e pare non fare granché per trovarne un altro. Vicino a lei abita Mona, un poco più giovane, di origini egiziane, mora, pelle olivastra, capelli come la pece. E' sposata con Mourad, altro immigrato di seconda generazione, pacato (pure troppo): i due possiedono un piccolo emporio nel quartiere. La loro tranquillità, però, è negata dalla madre di lui, che esige un nipote per perpetrare la stirpe, e mette in croce la nuora perché non resta incinta. Mourad lascia che la madre tiranneggi la moglie, senza intervenire troppo, per il quieto vivere; o almeno, così lui crede, ma ogni tanto, con Mona, gli scappa detto che vorrebbe la madre morta.
Marilyn, la più brava del suo corso, viene continuamente incoraggiata dall'insegnante, Peter, per iscriversi ad un contest di danza del ventre che si svolge a Santa Fe, nel New Mexico: chi vince, sarà assunto in pianta stabile da una compagnia di danza che gira il mondo. Marilyn non ne è convinta, ma soprattutto, causa la situazione, si perita a dirlo ad Harvey. Un brutto giorno, arriva a lavoro, e scopre di essere stata licenziata su due piedi, causa la crisi. Torna a casa incazzata nera, e sorprende Harvey a letto con un'altra donna. Senza neppure farsene accorgere, prende le sue cose, sale sulla sua auto, e parte per Santa Fe.
Quasi nel frattempo, in casa di Mona si consuma una tragedia. Nervosa come sempre perché la suocera le urla di portarle le medicine, che sono diverse, le cade tutto in terra. Senza pensarci troppo, senza rendersi conto che quelle medicine così diverse sono in effetti, tutte uguali esteticamente, le raccoglie alla bell'e meglio, e le porta alla suocera. La mattina seguente, la madre di Mourad è morta a causa del cocktail di medicine. Mentre lui sale sull'ambulanza con il corpo ormai esanime della madre, Mona si rende conto di quello che è accaduto, prende poche delle sue cose, e fugge alla stazione dell'autobus.
Alla prima fermata, casualmente, vede Marilyn che si era fermata per una pausa. La chiama, e Marilyn, vedendola disperata, senza neppure chiederle perché si sta allontanando da casa, la prende con sé nel suo viaggio della speranza e della disperazione.
Forse è vero che il nuovo film di Bouchareb soffre di approssimazione, di schematismo, e pare, in certi momenti, quasi tirato via da quanto è breve. Forse. A me è piaciuto un sacco, e magari sono io il problema, ma mi pare che in quella sua brevità, in quell'ora e mezzo scarsa ci stia dentro tutto. Ma proprio tutto eh, e senza far troppo chiasso.
Just Like a Woman, che ha avuto una première televisiva su Arte, potremmo definirlo come il primo film americano del regista franco-algerino; pare che lo stesso regista abbia dichiarato che questo sarà il primo pezzo di una trilogia sulla relazione tra il mondo nord americano e quello arabo. Nella sua semplicità, nel suo andare dritto al punto, tagliando il superfluo, mi p sembrato estremamente onesto. Sappiamo che Bouchareb è capace di fare film quasi kolossal (Uomini senza legge), anche per la durata, così come lo è di essere stringato (London River), senza però perdere di potenza; magari è solo la "lontananza da casa" che lo rende spicciolo. Come che sia, e con tutti i difetti sia di approssimazione, sia di (qualche) recitazione, mi sento di raccomandarvi Just Like a Woman come un film leggero ma non troppo divertente, e che però ha qualcosa da dire. In quella sbrigativa "punizione" alla bianca (Marilyn, interpretata da Sienna Miller, forse non perfettamente in parte, ma dopo aver visto il trailer in lingua originale, propendo verso la teoria che il doppiaggio l'abbia penalizzata) che balla la musica "strana", nelle espressioni malinconiche di una sempre più splendida Golshifteh Farahani (Mona; l'abbiamo ammirata in Pollo alle prugne, ma ancor di più in About Elly. Nonostante abbia le sopracciglia come Elio - e le storie tese -, la trovo irresistibile. Quando ha i capelli stirati che je farei), c'è un mondo che deve ancora imparare anche semplicemente a dialogare. E se non si dialoga, non c'è progresso.
Sempre impeccabile Roschdy Zem (Mourad), faccia indimenticabile e attore quasi onnipresente nei film di Bouchareb. Tra l'altro, il regista dimostra di riuscire sempre a tirare fuori il meglio dei luoghi dove gira (vedere i campi lunghi), e di saper perfettamente dove piazzare la telecamera. Ma questo lo sapevamo già. Comincio a pensare, solo adesso, dopo aver letto critiche spietate a questo film, che troppi ammiccamenti (di certo non da parte sua, probabilmente da parte della distribuzione internazionale, vedi le varie locandine) a Thelma e Louise abbiano decisamente fuorviato chi vi ha cercato troppe assonanze. L'essenza di Just Like a Woman sta da tutt'altra parte, e non è neppure troppo difficile da cogliere.
8 commenti:
e lo so che non c'entra niente, ma mi è venuta in mente Shelley Duvall che recita i versi di Just like a woman in Io e Annie di fronte a un perplesso Woody Allen...
ma è davvero uscito al cinema a marzo?!? (e ho scritto apposta "al cinema" e non "nei cinema", perché probabilmente gli hanno dedicato una sala sola...)
commento 1
te puoi scrivere quello che ti pare
commento 2
:)
ma pare di si, pure io ho letto che la distribuzione è stata scarsa perché, pare, si mormora, per l'otto marzo hanno fatto uscite millemila film sul tema donna, e giocoforza c'eran pochi schermi...
come capirai io l'ho cercato un po' e m'è toccata 'na copia doppiata...che dobbiamo fa'?
tra l'altro devo ancora recuperare dei film vecchi di Bouchareb, "indigènes" (days of glory) e "little senegal", non so, sto tizio mi pare in gamba..."hors la loi" mi è piaciuto da matti.
ho visto solo London river, mi sa che devo recuperare
A me non e’ piaciuto e lo vidi in lingua originale su Arte. Mi sembro’ un Thelma e Louise dei giorni nostri che seguiva uno schema molto simile ma con recitazioni scarse al limite del patetico. Eppure la Farahani l’ho vista ultimamente in Come pietra paziente e mi ha lasciata di stucco.
Film pretenzioso.
Anna dai capelli Rossi
c'è da dire che se a te, Anna, non è piaciuto, e a me si, pensando che fosse un film "dalla parte delle donne", si capisce perché io a 47 anni suonati le donne continuo a non capirle.... :))
Bella questa! Ma dimentichi che il film l'ha fatto un uomo appunto..
;-)
Anna d.c.R.
giusto pure questo. chissà se è single pure lui :)
Posta un commento