Skeleton Tree - Nick Cave and the Bad Seeds (2016)
Sul fatto che Skeleton Tree, il sedicesimo disco dei Nick Cave and the Bad Seeds, sia un disco di dolore e lutto, visto che durante la sua gestazione, il figlio terzogenito di Cave, Arthur, è morto all'età di 15 anni cadendo da una scogliera presso Brighton, il 14 luglio 2015, avete probabilmente già letto a volontà. Da notare che quando è accaduto il fattaccio, gran parte dei pezzi era già pronto, e che probabilmente, solo le liriche hanno virato verso la riflessione sull'elaborazione del lutto, sulla mancanza, sull'esplorazione di atmosfere se possibili ancora più "nere" di quelle a cui l'australiano ci ha da sempre abituato.
L'impressione che ho avuto al primo ascolto, è stata quella di un'asimmetria diffusa, molto più marcata del solito. Molti critici, senza dubbio più bravi di me, hanno sottolineato l'atonalità, le dissonanze, la forma-canzone mancata, la tendenza a una sorta di ambient o avant-garde. Eppure, Skeleton Tree è un disco dalla bellezza innegabile, e riuscire in un impresa del genere, non è da tutti. Nick Cave si conferma un inarrivabile genio, circondato da musicisti con i cosiddetti controcazzi, e riesce a far risplendere di una luce, seppur oscura, perfino cose apparentemente ostiche come, appunto, dissonanze musicali o elegie funebri, espiazioni del dolore e lamenti funerari. Un pezzo più bello dell'altro. E basta.
That this Skeleton Tree, the sixteenth album by Nick Cave and the Bad Seeds, was an album of hard pain and mourning, since during its gestation, the third son of Cave, Arthur, died at age 15 after falling from a cliff at Brighton, on July the 14th of 2015, you have probably already read at will. Note that when it happened the tragedy, most of the pieces was ready, and that probably only the lyrics have veered towards the reflection on the development of mourning, on the lack, on the exploration of atmosphere if possible even more "black" of those to which the Australian musician accustomed us from a long time.
The impression I got at first hearing, was of a diffuse asymmetry, much more marked than usual. Many critics, no doubt more talented than me, have stressed the atonality, the dissonances, the song form non existent, the tendency to a sort of ambient or avant-garde. Yet, Skeleton Tree is a disc from the undeniable beauty, and succeed in an enterprise of this kind, is not for everyone. Nick Cave remains an unparalleled genius, surrounded by musicians with big balls, and is able to shine a light, albeit obscure, even seemingly tough things as, indeed, musical dissonances or funeral elegies, expiation of pain and mourning. Tracks one more beautiful than the other. Stop.
Nessun commento:
Posta un commento